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Superlega, mezza Serie A contro i club ribelli: "Tradimento da sanzionare"

Claudio Savelli
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Va di moda servire le vendette in serata. Se i dodici club "scissionisti" avevano annunciato la Superlega alla mezzanotte di domenica, secondo Repubblica altrettanti club di serie A hanno firmato e inviato nella serata di ieri una lettera di accusa nei confronti di Juventus, Inter e Milan al presidente di Lega, Dal Pino. Non è formulata alcuna richiesta specifica, è per ora una sirena che si leva nell'aria: la battaglia interna al palazzo del calcio italiano comincerà a breve e vedrà le tre grandi opposte alla flotta di medio-piccole, coadiuvate dalla Roma. 

 

Non hanno infatti firmato le altre prime della classe: Atalanta, Napoli e Lazio hanno alzato le mani, assieme a Verona e Fiorentina. Queste cinque, di fatto, si posizionano in territorio neutrale, e il fatto che tra di loro ci siano De Laurentiis e Lotito, due dei grandi timonieri degli umori in Lega, è un punto a favore del trio di scissioniste. Ma se non chiedono sanzioni, a cosa serve la lettera? È una dichiarazione di guerra in vista dell'assemblea di Lega, richiesta d'urgenza all'interno delle poche righe «per analizzare i gravi atti posti in essere dai club e dai loro amministratori e le relative conseguenze». 

C'è da giurare che i dodici firmatari arriveranno all'appuntamento preparati, con richieste precise, nomi e cognomi su cui puntare il dito. A guidare la truppa di offesi ci sono Cairo e Carnevali, rispettivamente presidente del Torino e dg del Sassuolo, i due club più attivi nella critica ai superleghisti ma soprattutto nella manovra d'ingresso dei fondi di investimento in serie A. Questi questi club, e soprattutto di Cairo che in cuor suo avrebbe voluto offrire le sue strutture per il canale di Lega, erano favorevoli all'istituzione della media company grazie all'ingresso dei fondi di private equity Cvc, Advent e Fsi, disposti a versare 1,7 miliardi di euro per il 10% della nuova società che avrebbe gestito diritti tv e aspetti commerciali. Sono anche gli stessi che hanno osteggiato l'assegnazione a Dazn, per coerenza: l'una ipotesi avrebbe escluso l'altra, e infatti così è stato. 

 

Difficilmente verranno richieste sanzioni ai club, è più probabile che venga mossa un'accusa ad Agnelli e chieste le dimissioni ufficiali dal consiglio all'ad dell'Inter, Marotta, e al presidente del Milan, Scaroni. Il numero uno della Juve al momento pare l'unico a rischiare azioni legali perché stato eletto tra i cinque negoziatori dalla Lega dai 20 club con l'obiettivo di raggiungere un preaccordo da portare in assemblea per definire l'ingresso dei fondi, ma parallelamente organizzava con Florentino Perez la Superlega che avrebbe rivoluzionato anche il campionato. 

L'altro dato di fatto è che la linea del presidente della Figc, Gravina, secondo cui «non si può sanzionare un'idea» è stata ignorata. Grazie alla Superlega, la Lega di A torna ai vecchi tempi delle infinite battaglie. Stavolta potrebbero diventare una lunga guerra.

 

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