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Euro 2020, Marko Arnautovic: "Non sono razzista". Ma... cosa gli esce di bocca: caos in campo, rischia la stangata

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L'Uefa ha aperto un'indagine disciplinare contro Marko Arnautovic, che domenica ha ammesso di aver pronunciato parole offensive durante la vittoria all'Europeo dell'Austria contro la Macedonia  del Nord (3-1). L'Uefa ha così nominato "un ispettore etico e disciplinare" per indagare sull'incidente che ha coinvolto il 32enne attaccante. In pratica è la prima fase del procedimento disciplinare, finalizzato all'accertamento dei fatti, mentre l'Uefa non ha ancora indicato quale violazione del proprio regolamento possa essere imputata ad Arnautovic.

 

 

Il giocatore si è intanto scusato su Instagram con i suoi "amici della Macedonia del Nord e dell'Albania", riferendosi a "scambi accesi nell'emozione della partita", senza rivelare il contenuto delle sue parole. Diversi media avevano parlato di insulti all'esterno del Leeds Ezgjan Alioski, con riferimenti alle sue origini albanesi, dopo che Arnautovic aveva segnato il terzo gol della partita vinta 3-1 dal "Das Team" a Bucarest.

 

 

 

Le riprese televisive mostrano il compagno di squadra David Alaba che cerca di farlo tacere, mentre i giocatori austriaci festeggiano il gol. "Vorrei dire una cosa molto chiaramente: NON SONO RAZZISTA!", ha insistito Arnautovic sui socialo, affermando di "difendere la diversità. Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace. Dimentichiamoci tutto, non fa parte del calcio", ha poi detto ai giornalisti. La Federcalcio della Macedonia del Nord (FFM) ha condannato l'incidente. "Abbiamo inviato una lettera ufficiale alla UEFA chiedendo una multa molto severa per Arnautovic", si legge in una nota. Lo scorso aprile la disciplinare della Uefa aveva imposto dieci partite di squalifica al difensore ceco Ondrej Kudela per "comportamento razzista" contro il giocatore dei Rangers Kamara in una partita degli ottavi di Europa League che si giocò a Glasgow, privandolo dell'Euro.

 

 

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