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Valentino Rossi, gli arabi gli allungano la carriera? Il principe saudita si prende il suo team e lo vuole in sella

Daniele Dell'Orco
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Certi amori non finiscono. In realtà quello tra Valentino Rossi e la Ducati proprio un colpo di fulmine non fu. Almeno in pista. Perché nel 2011-12 il binomio tutto italiano riuscì a produrre la miseria di appena tre podi e nessuna vittoria. Ma da quando il pesarese è diventato anche manager del team VR46 le strade del Rossi pilota e del Rossi imprenditore hanno iniziato a viaggiare in parallelo. Almeno fino ad ora. Perché dal prossimo anno le due direzioni potrebbero clamorosamente convergere. Ieri, alla vigilia delle prime libere ad Assen, il team Aramco Racing VR46 ha annunciato di aver stipulato un accordo triennale con la casa di Borgo Pani gale per la fornitura di due moto in classe regina nel 2022.

 

 

La Ducati, così, dal prossimo anno schiererà nella griglia della MotoGp ben 8 Desmosedici. Il Team Manager sarà un uomo dal cognome pesante, Pablo Nieto (figlio del pluricampione mondiale Angel Nieto e cugino di Fonsi Nieto), già figura di spicco in tutto il processo di crescita del team VR46 e dei talenti maturati nelle classi minori. Quello che però è ancora da stabilire sarà il nome dei due piloti che tenteranno di domare le due rosse. A metterci la faccia in questo senso è uno dei più alti rappresentanti del Regno Saudita e quindi dell'Aramco, la compagnia nazionale di idrocarburi che si è legata al team di Rossi fino al 2026. «Abbiamo scelto VR46 per una joint venture di cinque anni quale partner strategico per competere nel Mondiale MotoGP», ha dichiarato Sua Altezza Reale Principe Abdulaziz bin Abdullah bin Saud bin Abdulaziz Al Saud, «L'accordo appena siglato tra il Team e Ducati per la fornitura delle moto per le stagioni 2022-2024 è certamente una buona notizia. Sarebbe fantastico avere Valentino Rossi nei prossimi anni come pilota del nostro Aramco Racing Team VR46 insieme a suo fratello Luca Marini».

I sauditi, che di marketing se ne intendono, vorrebbero prolungare la carriera al Dottore, che però a 42 anni ha già le sue beghe in sella alla Yamaha del Team Petronas con cui non è mai riuscito ad andare oltre il decimo posto in questo mondiale. Già a inizio mese El Periodico de Catalunya aveva ipotizzato che, alla luce dei deludenti risultati ottenuti in questo 2021, il 9 volte campione del mondo sarebbe stato pronto a ritirarsi già prima della sosta estiva della MotoGp, prevista per questo weekend. Al momento nulla di confermato, ma sebbene Rossi stia compiendo miracoli su miracoli nel tentativo anche solo di provare a competere con ragazzi che hanno metà dei suoi anni, c'è da considerare che nell'attuale MotoGp sono avvenuti almeno due cambi generazionali.

 

 

Dei grandi rivali di Rossi non c'è più nessuno da tempo, e con il successo ottenuto al Sachsenring persino Marc Marquez, ad appena 28 anni e 123 giorni, è diventato il più anziano tra i vincitori di almeno un Gran Premio in questa stagione. Il papabile compagno di squadra di Rossi, Luca Marini appunto, ha 18 anni in meno del fratello Vale. L'ipotesi, comunque, è affascinante. E a giudicare dalle parole dello stesso Rossi pronunciate prima del Gp tedesco, l'idea di un ritiro ancora non è affatto concreta. E di certo non imminente: «Personalmente vorrei finire la stagione, questo è l'unica cosa sicura al momento. Presente nel 2022? Dipende da un sacco di cose, anche da queste prossime gare. Sono importanti, anche simbolicamente, e vorrei qualche bel risultato prima della pausa estiva». In Germania ha chiuso al 14esimo posto. Da oggi sarà in pista ad Assen e poi arriverà la sosta in cui si decideranno i piloti per il 2022. Con qualche prodezza in Olanda, e col pressing del Principe saudita, tutto è ancora possibile.

 

 

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