Cerca
Cerca
+

Juventus, la cupa profezia di Luciano Moggi su Allegri: i miracoli non si ripetono...

Luciano Moggi
  • a
  • a
  • a

Siamo alla terza di campionato e i valori delle squadre non sono completamente affiorati, ci sembra comunque che le milanesi siano da mettere davanti a tutte le altre. L'Inter pareggia in casa Samp (2-2) una partita bella e combattuta in cui, facendo le pulci, potremmo dire che per portare a casa l'intera posta ci sarebbe magari voluta un po' di quella cattiveria dell'era Conte. Lo fa capire Inzaghi: «Una squadra come l'Inter, che va per due volte in vantaggio, non può farsi raggiungere». Tutto vero ma permetteteci di aggiungere che, senza la prodezza di Augello (ci perdoni se diciamo che non è solito fare quei gol) e senza l'errore di Handanovic su Yoshida avremmo parlato di un'altra Inter di un'altra partita. Che dire del Milan che ha strapazzato la Lazio? L'ha soffocata addirittura là dove sta la sua forza, con marcatura ad uomo su Milinkovic e Luis Alberto: sotto le cure di Kessie e Tonali non hanno visto palla. Senza parlare del ritmo che ha frantumato la difesa alta di Sarri. Un bravo a Pioli è d'obbligo.

 

 

La Lazio invece sarà da rivedere quando avrà assimilato i dettami di Sarri. Come da rivedere è l'Atalanta che stecca in casa contro una Fiorentina piena di personalità, salita a Bergamo senza paura e con la certezza di poter competere quanto meno alla pari. Italiano porta a casa i tre punti meritatamente mentre l'Atalanta, i cui inizi non sono mai stati forieri di grandi risultati, dovrà ancora lavorare per riproporsi all'altezza degli ultimi anni. La Roma di Mourinho batte il Sassuolo 2-1, al 91', con il gol di El Shaarawy: una partita da vietare ai malati di cuore. La squadra di José poteva anche perdere, poteva incassare 6 gol ma farne altrettanti. Le difese alte si son fatte infilzare come polli allo spiedo, basti dire che il migliore in campo dei giallorossi è stato il portiere Rui Patricio. Roma da rivedere soprattutto tatticamente, nonostante il primato. Se non ci fossero stati i macroscopici errori che hanno portato ai tre gol, Napoli-Juve sarebbe finita 0-0 perché niente di altro si è verificato davanti ai portieri. Morata segna grazie al regalo di Manolas e il vantaggio incoraggia una Juve entrata in campo timida ma intelligente poi nel saper difendere bassa. Nella ripresa nessuno poteva immaginare che Szczesny potesse ancora confezionare sbagli come successo nella prima partita con l'Udinese. Invece, il portiere bianconero, continuando il periodo horror, non blocca un innocuo tiro di Insigne permettendo a Politano di avventarsi sulla palla e pareggiare.

 

 

Il tutto davanti ad un Allegri esterrefatto e allibito quando Kean, appena entrato, ha provato a battere addirittura il proprio portiere, cosa che ha propiziato il 2-1 di Koulibaly. Di fronte a tali nefandezze avrebbe perso la calma chiunque e deve essere stato proprio questo il motivo che ha fatto sbottare Allegri contro Spalletti, quest' ultimo colpevole, secondo Max, di essersi lamentato troppo con l'arbitro, cosa che fanno poi tutti. È anche il segno dell'aria che tira. A Napoli regna l'ottimismo per il primato a punteggio pieno e per la vittoria contro la rivale di sempre. Al netto degli errori, il risultato più giusto sarebbe stato il pari perché la Juve ha sempre cercato di difendersi mentre il Napoli non ha saputo attaccare con la necessaria cattiveria. E mentre il Napoli sogna, la Juve deve prendere atto della situazione e marciare verso ringiovanimento e riorganizzazione. L'importante è che Allegri sia stato preso per questo e non per far risorgere la Juve come nel 2015, quando recuperò 11 punti dalla prima vincendo il campionato: i miracoli difficilmente si ripetono, Ronaldo deve servire da insegnamento. Ai tifosi predichiamo calma e vicinanza se vogliono veramente bene alla società. 

 

Dai blog