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Mario Sconcerti smonta la Juventus: "Pari di orgoglio, non è una buona notizia". Max Allegri, siamo ai titoli di coda?

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Se la Juventus pareggia "con orgoglio", significa che il ciclo è agli sgoccioli. Mario Soncerti dà la sua lettura al pareggio rimediato contro il Milan: un 1-1 che lascia un po' di amaro in bocca a entrambe. Ai bianconeri, perché andati subito in vantaggio con Morata per un "cadeau" dei rossoneri e non in grado di amministrare la gara da padroni. Ai rossoneri, perché nonostante le assenze pesanti e una serata non di grande vena hanno avuto dopo il gol di Rebic anche la possibilità di vincere il big match del quarto turno di Serie A, dando un colpo  quasi mortale alla Signora. Ora la classifica vede gli uomini di Pioli primi a 10 punti con l'Inter (in attesa del Napoli) e quelli di Max Allegri ad appena 2 punti e ancora senza vittorie.

 

 

 


"Qualcosa brucia sotto il fuoco", riconosce Sconcerti sul Corriere della Sera: "La Juve in qualche modo c'è ancora. Allegri ha fatto un mezzo miracolo a rimettere insieme una non squadra, si è come tolto responsabilità, ha detto ai giocatori di essere più liberi, interpretare da soli la loro idea di lavoro". Certo, il costo per ricompattare la squadra è stato escludere uno dei giocatori più in palla, Federico Chiesa: "un solitario" che "fa poca squadra", suggerisce Sconcerti, secondo cui "quando parte, o segna o è tempo perso". Le carenze strutturale, dall'una e dall'altra parte, sono tante.

 

 

 

 

 

 

"La sintesi della partita è stata proprio nei pochi tiri in porta. Si è giocato di foga, cercando il disordine come limite estremo". E alla fine l'impressione è che "il Milan è una squadra intelligente, non migliore della Juve".

 

 

 

 

 

E se i rossoneri brillano solo quando giocano tutti bene, al contrario la Juve sembra vivere di folate individuali. "Ci ha messo il mestiere e la durezza, credo si possa chiamare orgoglio, ma non è un buon indizio. Si parla di orgoglio nel calcio quando si arriva al dolce". E subito dopo il dolce, ecco il caffè e l'ammazzacaffè.

 

 

 

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