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Champions League, Juventus trionfante: Chiesa stende il Chelsea a Torino

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Contro l'avversario più tosto, i campioni d'Europa in carica, la Juventus offre la prestazione più incoraggiante della stagione. La molla che a Torino tutti aspettavano per dare una vera svolta a una annata iniziata in salita. Lo 'scalpo' al Chelsea firmato Chiesa arriva in un momento di vera emergenza (Dybala e Morata sono out) e riconcilia la squadra con il suo pubblico. Vincere aiuta a vincere e nel processo di crescita e ricostruzione di Bonucci e compagni, il trionfo contro una big del calcio europeo porta con sé consapevolezza e autostima, che le vittorie, sofferte e non del tutto convincenti, con Spezia e Sampdoria non avevano prodotto. Senza contare, poi, il modo in cui la Vecchia Signora ha fatto lo sgambetto ai ragazzi di Tuchel, ora costretti a inseguire la Juve nel girone. Con una partita gagliarda e di spirito, dove l'intensità ha fatto il paio con l'accortezza. Un successo, 1-0, risultato tanto caro ad Allegri, frutto di una attenzione e compattezza difensiva ritrovata. E che pone fine alla striscia di 20 partite consecutive in campionato in cui i bianconeri avevano preso gol.

Le strane sensazioni di Allegri e il possibile sconvolgimento della squadra si traducono in un 4-3-3 con Bernardeschi falso nove e Chiesa e Cuadrado ad agire sugli esterni, con il colombiano comunque maggiormente dedito alla fase difensiva e al contenimento di Marcos Alenso. Un atteggiamento che sorprende il Chelsea di Tuchel, che fatica a trovare sbocchi sulle corsie esterne e patisce la posizione tra le linee di Bernardeschi, che agisce come regista offensivo. Il primo squillo comunque lo regalano i blues, insidiosi sugli sviluppi di un corner con Lukaku, con Szczesny che fa tremare lo Stadium bloccando il pallone in due tempi. Il belga per il resto viene ingabbiato dalla coppia Bonucci-de Ligt (preferito a sorpresa a Chiellini), anche perché Havertz e Ziyech – coloro che dovrebbero innescare Big Rom – non paiono in serata. Dalla parte opposta invece di guizzi ne regala eccome Federico Chiesa, oggetto del desiderio anche del Chelsea in estate e autentico trascinatore. I suoi dribbling, le sue sgasate, le sue fiammate tagliano più volte in due la retroguardia degli inglesi. L'occasione migliore l'ex viola se la costruisce al 20', con un diagonale che esce di un nulla a lato.

In avvio ripresa la gara cambia dopo circa 15 secondi, con la Juve che confeziona il vantaggio lampo sull'asse Bernardeschi-Chiesa: l'attaccante brucia Rudiger in velocità e scaraventa il pallone alle spalle di Mendy. Dopo il vantaggio la Vecchia Signora si esalta, spinta anche dal suo pubblico, al cospetto di una squadra inevitabilmente più aggressiva dopo lo svantaggio. Locatelli in scivolata rischia l'autogol ma in generale i londinesi, pur aumentando la pressione, non creano i presupposti per insidiare Szczesny. Tanto che Tuchel rivolta il suo undici con un triplo cambio, buttando nella mischia gli affamati Hudson-Odoi, Loftus-Cheek e Chalobah, vogliosi di mettersi in mostra. La Juve si chiude e riscopre quel piacere di soffrire tanto invocato da Allegri e sfiora anche il bis con una magnifica ripartenza. Sventagliata di Rabiot, cross di Cuadrado e tocco fuori misura da due passi di Bernardeschi. Ultimo sussulto offensivo dei padroni di casa prima di un finale in trincea, tutto in sofferenza, con l'esperienza di Chiellini a tornare utile nei minuti più caldi e occasionissime per Lukaku e Havertz (di testa a tempo scaduto) a graziare la Juve. Che torna a vivere una notte da sogno, di ripartenza.

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