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Serie A, all'ultimo stadio: sono spariti i tifosi. Le prospettive (da incubo) per i club

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Claudio Savelli
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l paradosso vuole che i club brindino all'aumento della capienza consentita negli stadi - si passa dal 50 al 75% a cominciare da ogginonostante non siano riusciti mai riusciti a riempirli in questi mesi post pandemici. Nelle prime sette giornate con gli impianti dimezzati, nessuno ha infatti superato il 90% di spettatori ad eccezione dello Spezia, che ha toccato il 96%. Sarà che il Picco con i suoi 11.512 posti totali è uno dei due stadi più piccoli del campionato (assieme al Penzo del Venezia, 11.150) e che i 5.756 offerti dalle restrizioni costituiscono un numero quasi da dilettantismo facile da raggiungere, ma è l'unica società che potrebbe riempire i posti in più. Tutti gli altri dovrebbero semmai interrogarsi perché nemmeno con uno stadio semivuoto per legge siano riusciti a mantenere medie da sold-out.

 

 

Sono gli obblighi di green pass a disincentivare o il tifoso medio si è disaffezionato al calcio e al campionato italiano? Più probabile la seconda. Il motivo è presto detto: i quattrini. I club hanno accusato le istituzioni per aver concesso solo il 50% di capienza, così hanno aumentato i prezzi per recuperare velocemente quanti più soldi persi durante i mesi di porte chiuse. I prezzi, però, hanno disincentivato gli appassionati meno accaniti e la decisione quasi unanime di eliminare gli abbonamenti (con i conseguenti vantaggi sul costo) ha dato il colpo finale, anche per una questione di comodità: comprare ogni volta un biglietto è più scomodo che averli già pagati tutti all'inizio.

L'Inter si conferma la squadra regina per pubblico sugli spalti con 33mila anime in media presenti sulle quasi 38mila finora potenziali. Vale a dire l'87% della capienza possibile. Non possono lamentarsi le altre grandi: l'83% è un buon dato per Roma e Milan, meno per la Juve, il cui stadio è più piccolo ed è abituata al tutto esaurito. Ma qui si torna alla mancanza di tessere stagionali e alla distribuzione geografica dei fedeli, sparpagliati in tutta Italia piuttosto che concentrati a Torino. Sono allineate Atalanta (75%), Napoli e Lazio (73%), anche se avrebbero potuto attrarre qualche tifoso in più visto lo stadio rinnovato, il primo posto in classifica e l'arrivo di Sarri.

 

 

 

Ma è la classe di mezzo ad abbattere il dato medio. Alcuni club storici sono stati abbandonati, vedi la Samp, la meno seguita: 29%, soltanto 5.324 presenti sui 18.300 posti. Non ha raccolto molto di più il Genoa (47%) e nemmeno due squadre i cui tifosi sono infuocati come Torino (59%) e Verona (57%). I club non sono soddisfatti e chiedono che si passi presto al 100%, possibilmente dal derby di Milano del 7 novembre che al solito potrebbe essere una delle poche partite dell'intero torneo con il tutto esaurito. Forse sarebbe stato il caso di rivedere l'offerta prima di pretendere tutti i posti: prezzi più bassi, attività collaterali e posti più comodi. Ma gli stadi erano vecchi e sono rimasti tali. Così nemmeno l'astinenza ha fatto venire voglia all'appassionato di tornare sugli spalti, semmai lo ha convinto a preferire il divano. 

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