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Flavio Briatore ritorna in F1, "la formula Billionaire". La rivelazione pesantissima di Felipe Massa

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«Piloti che gente!» era l'aforisma preferito di Enzo Ferrari per definire tutti i driver che, in 60 anni di vita, aveva ammirato: da Nuvolari a Prost, e poi Fangio, Jim Clark, Niki Lauda e Senna. Scrisse un libro sui cavalieri del rischio, il Drake, un raro volume che titolò proprio "Piloti che gente" nel quale descriveva il talento e i segreti dei fuoriclasse al volante. Chissà cosa si inventerebbe, oggi, se dovesse dipingere i ritratti di Hamilton e Verstappen, di Leclerc e Sainz, di questa Formula 1 ibrida, delle Ferrari che non vincono dal lontano 2007. Quell'anno di grazia in cui Raikkonen conquistò l'ultimo rocambolesco mondiale piloti e in cui, al suo fianco, c'era Felipe Massa, il brasiliano che con la Rossa sfiorò l'iride l'anno dopo, beffato dalla malasorte e da un giovane Hamilton. Con 272 gran premi disputati in F1, 11 vittorie, 41 podi e 16 pole position, Massa - che a 40 anni gareggia ancora nel campionato Stock Cars brasilianoè il giudice ideale per emettere sentenze sul campionato che, domenica ad Austin, toccherà una tappa fondamentale del duello tra Verstappen (7 gp vinti sinora) ed Hamilton (5), divisi in classifica da 6 punti: 262,5 contro 256,5.

Massa, mancano sei gare al gong e i due pugili, Hamilton e Verstappen, sono ai round finali. Pronostico secco: chi vince?

«Spererei Max. Anche se le Mercedes ed Hamilton stanno crescendo. All'inizio della stagione le Red Bull erano davanti a tutti, ora le monoposto tedesche stanno recuperando in termini di performance. Hamilton ha eliminato quel gap che soffriva qualche gran premio fa».

 

 

Verstappen è il giovane leone che sta mancando di rispetto al re. È prossimo un ricambio generazionale?

«La storia dello sport vede sempre un talentino minacciare il regno del campione esperto. Mi piace lo stile di Max. Hamilton resta il sovrano che meriterebbe l'ottavo titolo ma il ragazzo olandese ha la possibilità di vincere il primo titolo contro uno dei più grandi della storia».

Uno dei grandi o il più grande?

«Uno dei più grandi. Per gp vinti e pole realizzate è il top ma ogni generazione ha raccontato una leggenda: quella di Fangio, di Clark, di Senna, di Schumi».

Pregi e difetti di Verstappen?

«È veloce, non ha paura di niente e spreme il massimo dalla macchina. A volte è troppo estremo». E quelli di Hamilton? «Ha un talento immenso. È intelligente. E dispone di quell'esperienza che potrebbe regalargli l'ottavo titolo».

Quell'esperienza che mancò a lei, nel 2008, quando perse il titolo contro Hamilton per un soffio? Max la vendicherà?

«Era la gara decisiva e il weekend fu perfetto: pole e vittoria, cosa potevo fare di più? Purtroppo Hamilton arrivò quinto e fu campione per 1 punto».

E veniamo alla Ferrari: da 14 anni non vince il mondiale malgrado gli sforzi e il colossale budget a disposizione: come mai?

«Tanti i motivi, troppi gli errori. In Ferrari si soffre molto la pressione della stampa, l'amore dei tifosi. Quella di Maranello è una squadra-corse che avrebbe bisogno di fermezza nelle decisioni. Nella nostra Ferrari c'erano Todt, Ross Brawn, Rory Byrne e Domenicali. Ai box dominava la freddezza, dote indispensabile durante i gran premi. E si vinceva».

A proposito, Stefano Domenicali è l'uomo giusto ai vertici del Circus?

«Stefano è un grande lavoratore, ha una visione futuristica della F1. Ascolta tutti ma poi decide lui».

Leclerc e Sainz, che coppia è per il futuro della Ferrari?

«Si completano, Charles è veloce e Sainz lavora bene con il team. Il problema non viene dai piloti, ma dal motore che ha meno cavalli rispetto a Mercedes e Honda». Nel 2022 cambieranno le regole per le monoposto: ruote da 18" e un'aerodinamica rivista: cosa significa? «Che si spera in più spettacolo, con tanti sorpassi in più».

Lei è favorevole ai mini-Gp del sabato?

«Mi piacciono le sprint-race, cambiano la mentalità del week-end e creano interesse».

 

 

Tornerà anche Briatore nel Circus: cosa può dare Flavio alla F1?

«Ah, il paddock-box diventerebbe un Billionaire con lui. Ottima idea».

Ultima, delicatissima domanda: il mondo attende speranzoso buone notizie su Schumacher. Lei è un caro amico di Michael, cosa può dirci?

«Ho sempre rispettato i voleri della famiglia. Le notizie che ho sono quelle conosciute in tutto il mondo. Prego sempre per Michael e spero, un giorno, di rivederlo ai box mentre guarda suo figlio vincere un gran premio». Obrigado, Felipe.

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