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Jorginho, da eroe a unico problema: cosa c'è dietro alla "picchiata" del centrocampista

Federico Strumolo
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La delusione per un risultato sotto le aspettative, l'inquietante sensazione di poter cascare in un incubo già vissuto e una magra certezza: aver perso il rigorista. D'altronde, il penalty calciato alle stelle da Jorginho all'ultimo respiro della notte dell'Olimpico contro la Svizzera, rappresenta la perfetta diapositiva della serata degli azzurri. Proprio quel giocatore, Jorginho, che aveva incantato nella stupefacente spedizione europea di questa estate, adesso rischia di trasformarsi in capro espiatorio. 

 

Nell'1-1 contro gli elvetici, infatti, il regista del Chelsea ha vissuto una serata da dimenticare, al di là del rigore fallito clamorosamente. Ha sofferto l'intensità della mediana a due del ct Yakin composta dall'atalantino Freuler e Zakaria (seguito con grande interesse da Roma ed Inter a parametro zero), non riuscendo mai a trovare la posizione giusta in mediana e finendo per sparire. L'errore dagli undici metri, poi, non fa altro che peggiorare la situazione, anche perché apre un tema che pareva non riguardare la Nazionale. Il ventinovenne di Imbituba (nello stato di Santa Catarina in Brasile), infatti, ha fallito gli ultimi tre rigori calciati in azzurro, nonostante fosse considerato tra i più grandi (se non il più grande) rigoristi del mondo. 

 

Prima l'errore in finale degli Europei contro l'Inghilterra (mentre nella semifinale contro la Spagna aveva segnato il penalty decisivo), poi quello nell'andata delle qualificazioni mondiali proprio contro la Svizzera (in quel caso fu Sommer ad ipnotizzarlo) ed infine l'ormai famosissimo errore di venerdì. Un pensiero in più per il ct Mancini, che dovrà riflettere molto su chi far calciare il prossimo tiro dagli undici metri. Magari Immobile, che in serie A vanta 40 rigori trasformati, a fronte di 8 errori, o Berardi, che si ferma a 30 (con gli stessi errori). O chissà, proprio Jorginho, per segnare e mettersi alle spalle quella che rischia di trasformarsi nella maledizione del calcio di rigore.

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