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Max Allegri, la bordata di Biasin: "La Juve paga la sua superficialità e il vuoto del club"

Fabrizio Biasin
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Che la Juve a Londra abbia fatto una figura "non da Juve" lo sapete già, lo 0-4 imposto dai Campioni d'Europa è a tutti gli effetti il passivo più pesante rimediato dai bianconeri con Massimiliano Allegri in panchina. Il giorno dopo la figuraccia- comunque indolore, i bianconeri erano già matematicamente agli ottavi di Champions - si punta il dito contro questo e quello, si formulano interrogativi inquetanti. «Perché la Juve non è più la Juve?» e «chi è il maggior responsabile del ko rimediato contro gli inglesi?». Partiamo dalla seconda. Il responsabile del ko è il Chelsea, niente di più e niente di meno. In questo momento la squadra allenata da Tuchel è su un altro pianeta rispetto a quella di Allegri e non c'è nulla da fare. Per intenderci: è più sorprendente la vittoria all'andata griffata Chiesa del massacro di martedì. Poi, certo, c'è modo e modo di stare in campo e uscire dallo stesso.

 

 

SQUADRA TIMIDISSIMA
Molti puntano il dito contro "Max corto muso" che, certo, non ha ancora trovato la quadra (eufemismo, a tratti i suoi sono impresentabili). La vittoria contro la Lazio di sabato aveva fatto ringalluzzire i saliscendisti (coloro che scendono e salgono sui carri a seconda dell'ultimo risultato): «Questa Juve può tornare a combattere per lo scudetto! Ce la può fare!». Gli stessi, ora, chiedono la testa dell'allenatore. Ecco, il tecnico ha certamente delle responsabilità, ma non tanto per la continuità che non riesce a dare ai suoi, semmai per aver creduto eccessivamente in se stesso. Una cosa tipo «fa niente se parte Ronaldo, anzi, pure meglio; in questo modo potrò ridare alla Juve l'dentità smarrita due anni fa» (non l'ha detto, ma probabilmente lo ha pensato). Ecco, la verità è che per risvegliare questo gruppo sarebbe servito un mercato diverso.  

 

La sciagurata idea di voler evolvere la squadra al bel gioco ha snaturato la natura del club, tornare all'antico "credo" è la missione dell'allenatore che, però, non può passare dai piedi e le teste di giocatori davvero troppo fragili, soprattutto caratterialmente. La Juve avrebbe bisgono di una ristrutturazione radicale che in questo momento, però, non si può permettere (lei come il 99% dei club italiani e europei), l'unica cosa che può fare è sperare che un paio di ex grandi promesse si risveglino dal loro torpore (Bentancur, Kulusevski...) e che la dirigenza riesca a pescare qualche jolly di centrocampo a basso costo (Witsel?). Morale: Chelsea-Juventus sarebbe finita alla stessa maniera anche ad allenatori invertiti e, probabilmente, anche con gli ex Pirlo e Sarri. Ma è anche vero che Allegri è il tecnico più pagato della serie A (quasi 9 milioni di ingaggio fino al 2025) proprio perché da lui ci si aspetta più del nulla visto a Stamford Bridge l'altra sera. Un anno fa, dopo 13 giornate, Pirlo era terzo in Serie A a 27 punti, due anni fa Sarri era primo a 35, ora Allegri è ottavo a 21. Manca Ronaldo, certo, ma continuare a ricordarlo è solo un'aggravante per la società, la stessa che ha permesso al portoghese di scendere dalla nave a stagione già iniziata.

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