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Margaux Pinot, "non era judo ma erano pugni": massacrata dall'allenatore, le foto sconvolgenti

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Margaux Pinot, campionessa olimpionica, ha pubblicato immagini forti con cui racconta il dramma passato. La judoka ha ammesso: "La morte mi ha sfiorata". Intervistata da Le parisien, la Pinot ha denunciato l'ex compagno e allenatore Alain Schmitt, che ha sfogato su di lei la rabbia scaturita dal suo rifiuto di accompagnarlo ad allenare la squadra femminile di judo in Israele. "Era ubriaco. Era previsto che Alain passasse da me, avrei dovuto accompagnarlo all'aeroporto. Una volta arrivato ha detto che non avrebbe più avuto bisogno di me e ha iniziato ad insultarmi".

 

 

Lei però era in dormiveglia e non capiva quanto stava accadendo. Non è la prima volta che Schimitt la riempiva di insulti: "Aveva l'abitudine di farlo, di denigrarmi, dirmi cose sgradevoli sul mio carattere o sul mio comportamento. Abbiamo avuto liti violente, ma non aveva mai alzato le mani". L'uomo l'avrebbe anche afferrata per i capelli e sbattuta a terra. Il violento impatto le ha causato una frattura al naso. "Non era una lotta di judo, erano pugni", ha dichiarato poi in tribunale.

 

 

A salvarle la vita la chiamata del vicino, dove la Pinot aveva cercato rifugio. L'uomo, dopo aver soccorso la ragazza, ha contattato le forze dell'ordine. Alan Schmitt è ora in carcere e martedì sarà processato davanti alla Corte giudiziaria di Bobigny. Per la judoka invece i medici hanno dato 8 giorni di prognosi. Secondo le persone a lei vicine non riesce ancora ad aprire gli occhi.

 

 

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