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Formula 1, tra i commissari Fia che decidono sul Mondiale anche un italiano: Vitantonio Liuzzi

Lorenzo Pastuglia
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La lotta tra Verstappen e Hamilton (il più veloce nelle libere, mentre Leclerc distrugge la Ferrari nel finale: alle 18 la pole su Sky, differita 20.15 su Tv8) riparte da Jeddah, nell'inedito penultimo appuntamento del Mondiale F1. Un duello scoppiettante, «tra i più belli degli ultimi due decenni», dice Vitantonio Liuzzi, 40 anni. L'ex pilota di Red Bull, Toro Rosso, Force India e Hrt, Commissario Fia nel 2021 per i GP di Montecarlo, Ungheria, Monza e Brasile, si racconta a Libero.

A Jeddah chi arriva meglio: Mercedes o Red Bull?

«Dico Mercedes, dopo il passo-gara visto in Qatar. Specie se il circuito è fatto di curve veloci da fare a marce alte. Col V6 nuovo e una mappatura più aggressiva, si stanno prendendo dei rischi. È da valutare la questione-affidabilità».

Non rischia di essere una gara un po' monotona come a Losail?

«Forse sì, vedendo le simulazioni sul giro. Mi aspetto pochi sorpassi, con Max che può rischiare qualcosa in più di Hamilton anche in ottica Abu Dhabi. L'importante è che siano due battaglie leali».

 

 

La Red Bull oggi è un razzo, nel 2005 con lei pilota era lo stesso.

«Ai miei tempi, il marchio spendeva più per marketing e pubblicità, che per migliorare la RB1. Un brand "festaiolo", poi nel 2006 con l'arrivo di Adrian Newey sono cambiate le cose. Io però ero già in Toro Rosso».

Verstappen ha detto che se vincesse il campionato avrebbe raggiunto il suo obiettivo, e che non conta il numero dei titoli vinti. Parere opposto a quello di Hamilton, che vorrebbe superare il suo amico Schumacher. Con chi è d'accordo?

«Max e Lewis hanno età diverse (24 e 36 anni, ndr), sennò il primo forse la penserebbe diversamente. Vero anche che quando vinci un Mondiale sei realizzato al 100% e punti anche ad altro».

A proposito di Schumi, dopo Jeddah c'è Abu Dhabi: ricorda ancora quell'incidente in gara nel 2010?

«Eravamo alla vecchia chicane tra la 5 la 6, lui si girò con la Mercedes, io gli finì sopra con la Force India e con la ruota sfiorai la sua testa. Poteva andare molto peggio, allora non c'era l'Halo. Michael la prese bene, mentre camminavamo verso i box era talmente tranquillo che mi disse: "Andiamo mercoledì prossimo a fare paracadutismo?"».

 

 

Lei intanto a Interlagos è stato Commissario Fia, un weekend piuttosto impegnativo.

«Decidere sulla penalità per Hamilton sul Drs è stato facile, più complicato il quasi contatto tra Lewis e Max in gara. Mancava la telecamera sulla Red Bull, così abbiamo rimandato la decisione al giorno dopo».

Come arrivate a una sentenza nei Gp, a decidere una penalità?

«Nel nostro Collegio siamo in cinque. Abbiamo 4 schermi con visioni diverse del circuito e dei piloti, le camere della Fom per le dirette oltre a telemetrie, tutti i messaggi radio tra piloti e team e gli onboard camera. Ci prendiamo il tempo che ci serve, poi ci confrontiamo con il direttore corse Michael Masi, è lui che fa il grosso del lavoro. Assieme ad altri esperti, noi ex piloti di F1 diamo il punto di vista di chi è stato in pista». 

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