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Lorenzo Lucca come Verratti? Chi è il gioiello che la Serie A sta per perdere senza vederlo giocare

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Claudio Savelli
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Lorenzo Lucca, attaccante 21enne del Pisa e, secondo molti, soluzione ai problemi offensivi della Nazionale, dice di ispirarsi a Ibrahimovic e Haaland, e in effetti pare un (acerbo) incrocio tra i due. Non è tecnico come lo svedese ma comprende il gioco, non è feroce come il norvegese ma lo ricorda in alcune movenze: Lucca ha di entrambi qualcosa. Non a caso Milan e Borussia Dortmund, in vista di un futuro non troppo remoto - Ibra ha 40 anni, Haaland ha una clausola da 75 milioni e il Manchester City in pressing - senza i rispettivi totem offensivi, hanno chiesto informazioni al Pisa sull'astro nascente italiano. Diversamente da Haaland, con cui condivide l'età, Lucca è ancora acerbo. Difficilmente toccherà quelle vette in tempi brevi, a meno di assorbire di buon grado il (triplo, visto che gioca ancora in B) salto di categoria che il presidente del Pisa, Giuseppe Corrado, ha fissato alla prossima estate: «Abbiamo ricevuto tante manifestazioni di interesse da parte di club internazionali e del Milan, ma parleremo della sua cessione a giugno».

 

 

CESSIONE RIMANDATA
Non a gennaio, quindi, a meno di offerte impossibili da rifiutare, ovvero da almeno 20 milioni. Sarebbero stati anche di più sull'onda delle prime prestazioni di stagione e della contemporanea carenza generale del nuovo prototipo di nove - fisico possente (Lucca conta 201 centimetri di altezza) abbinato a fiuto del gol, buona tecnica individuale e capacità di corsa da centometrista - ma Lorenzo, secondo il presidente del Pisa, «nell'ultimo periodo ha sofferto qualche acciacco che non ha curato». Così il Pisa protegge il suo gioiello, gli restituisce visibilità e, di fatto, anticipa di qualche mese l'asta di giugno, sperando di aumentarne il prezzo. È una buona strategia per il club, attualmente primo in classifica in B (+4 sul Brescia) e consapevole di dover monetizzare per costruire una rosa da serie A, non è detto che lo sia per il ragazzo. Il cui calo, in realtà, più che fisico è stato fisiologico. Sei gol nelle prime 7 partite di campionato, poi zero nelle successive nove presenze: un crollo verticale cominciato a metà ottobre, dopo che il nome è finito nel tritacarne dell'attenzione pubblica. Da qui nasce il dubbio per un carattere ancora da formare (Haaland, per dire, non ha subito il contraccolpo della notorietà generata dal suo stesso rendimento) e per un salto all'estero che, in realtà, può diventare un salto nel vuoto.

 

 

BRUCIARSI O AFFERMARSI
Non sono tutti Verratti, in Italia, che dalla vittoria della B con il Pescara vola a Parigi e si afferma come centrocampista di caratura europea. Più facile essere come Pellegri - a cui Lucca per caratteristiche somiglia-, che sull'onda del gol del maggio 2017 alla Roma (il primo nei 5 top campionato europei di un calciatore nato nel nuovo millennio) passò dal Genoa al Monaco per 20 milioni che poi hanno gravato sulle spalle come macigni, fino al ritorno in Italia dal sapore agrodolce, visto che il valore del cartellino è sceso fino a 6 milioni (tanti ne dovrà pagare il Milan per il riscatto). La cessione dalla serie B (o dalla bassa serie A) all'estero è quindi rischiosa. Si può, come Pellegri, finire in un club di seconda fascia, dove le stagioni non sono sempre rose e fiori, e essere retrocesso nelle gerarchie del mister alla prima difficoltà personale sull'altare dei più navigati, tornando indietro solo dopo essersi bruciato. Oppure si può, come Verratti, consacrarsi lontano dal paese per cui si gioca in Nazionale, incontrando con la maglia azzurra notevoli difficoltà nel rispondere alle aspettative di un paese che non segue da vicino la crescita del giocatore. Certo, la cessione oltre i confini, nel caso di Lucca, sarebbe una vittoria per il Pisa, che riceverebbe sicuramente più soldi, ma sarebbe altrettanto certamente una sconfitta per calcio italiano che non vedrebbe giocare il suo miglior giovane attaccante nel massimo campionato proprio nel momento in cui alla Nazionale e a molte delle sue grandi (anche alla Juve e alla Fiorentina per il post-Vlahovic) serve una punta. 

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