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Jannik Sinner, Riccardo Piatti "umanamente distrutto". Un "13enne sceso dalle montagne", rovinoso divorzio

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Viene descritto come "umanamente distrutto", Riccardo Piatti. Il 20enne Jannik Sinner, lo ha appena licenziato e sceglierà come tecnico, secondo le indiscrezioni della Stampa, lo svedese Magnus Norman, già al fianco di Stan Wawrinka,. Un cambio traumatico e improvviso, almeno per quanto riguarda il coach che non sarebbe aspettato una rottura tanto repentina.




Secondo il Messaggero, la frattura tra il 20enne tennista della Valpusteria numero 10 del circuito Atp e il suo mentore è programmatica ma anche generazionale. "Piatti - scrive il quotidiano romano - è uno dei tecnici più bravi nel promuovere i primi, fondamentali, passi di un giovane verso il vertice. Evidentemente non ha accettato – o l’ha fatto solo parzialmente – che Jannik non sia più il 13enne sceso dalle montagne per abbeverarsi al tennis a Bordighera ma un adolescente con le idee molto più chiare e il legittimo desiderio di discutere e decidere le scelte che lo riguardano".

 



Insomma, divergenze sul futuro immediato, con Piatti che contava di far crescere il suoi pupillo gradualmente e Sinner che, a fronte anche di un livello mediatico ormai prossimo a quello di una superstar internazionale, conta invece di bruciare le tappe, forte anche della carta d'identità ormai impietosa dei dominatori del circuito, da Roger Federer a Rafa Nadal (che comunque ha vinto gli ultimi Australian Open) e dello stesso Novak Djokovic, peraltro alle prese con ben altri guai negli ultimi mesi. Non a caso, per questa "Fase 2", Sinner avrebbe scelto Norman, famoso per riuscire a trasformare buoni giocatori (e Jannik è già qualcosa in più) in fenomeni da slam, proprio come accaduto con Wawrinka. 

Difficile, anzi impossibile pensare a un riavvicinamento dei due, almeno nell'immediato. Anche perché Piatti, al di là della delusione umana con Sinner, dovrò ora far fronte, come sottolinea sempre il Messaggero, ai contraccolpi professionali e "alla ricaduta d’immagine per la sua Accademia". E in fondo, come riassume Emanuela Audisio su Repubblica, è sempre la solita storia: il figlio che "uccide" il padre per affermarsi: "Sinner ha 20 anni, Piatti, 63. Uno vuole arrivare, l'altro vuole insegnare. Il primo ha fretta di raccogliere, il secondo conosce i tempi della semina". E i loro tempi, oggi, non coincidono più.

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