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Ucraina, Yaremchuk segna e si toglie la maglia. E sotto... schiaffo a Putin, un caso internazionale

Lorenzo Pastuglia
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Il pareggio è di quelli belli e ricchi di gol. Ma nel 2-2 tra Benfica e Ajax, valida per gli ottavi di finale di Champions, è risaltato soprattutto un episodio, in particolare un’esultanza dopo un gol. Una partita fatta di nervi, ammonizioni e… di amore verso la propria patria. Specie con la crisi tra la sua Ucraina e la Russia in pieno atto. Se nella prima mezzora erano arrivati il vantaggio di Tadic e l’autorete di Haller, prima del gol dello stesso ivoriano, nella ripresa è arrivata la rete di Yaremchuk, che di testa, nel finale, ha firmato la rete pareggio, per così mostrare con orgoglio il simbolo del suo Paese. Anche il calciatore, come tanti altri, è preoccupato per le sorti dell’Ucraina, finita al centro degli attacchi russi con il timore di tutti che la guerra diventi di larga scala.

 

 

 

 

 

 

 

Yaremchuk, la maglia per la sua Ucraina - Un gol segnato al 72’ dal bomber ucraino del Benfica, Roman Yaremchuk: tiro potente di Ramos, parato da Pasveer, ma il campanile del pallone viene battezzato a rete proprio dalla testa dalla punta. Tabellone sul 2-2, via la maglia da gioco e t-shirt con lo stemma dell'Ucraina, il tryzub, per l'ex Gent. Il “tridente” è anche l’emblema delle forze armate. “Per me è molto difficile parlarne, è una situazione difficile — ha commentato a fine gara la punta del Benfica — Il calcio è il calcio certo, ci sono tante cose che stanno succedendo nel mio Paese". In campo, invece, è tutto rimandato alla sfida di ritorno della Johan Cruijff Arena, in programma il 15 marzo alle 21. Una sfida aperta e che si deciderà sul filo dei gol, specie quest’anno con la norma del doppio gol in trasferta che non vale più.

 

 

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