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Christian Eriksen, la Pasqua del danese: è più forte di prima (e giocherà il mondiale)

Fabrizio Biasin
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Stai esagerando. Così non va bene. Cioè, ok, anche noi siamo per il lieto fine, ma qui siamo oltre. Ol-tre. E puntiamo il dito verso di te, Christian Eriksen, giocatore di pallone. Come ti permetti, tu, danesino, di mettere in piedi tutta questa tarantella? Dieci mesi fa crollavi a terra, eri molto più di là che di qua, poi ti sei ripreso e ok, abbiamo esultato, ma fondamentalmente non immaginavamo di rivederti in campo.

 

 

 

Lo dicevamo per questioni di forma («forza Christian! Vedrai che tornerai a giuocare!»), ma non lo pensavamo davvero. Quando hai scelto di tornare in Premier perché in Serie A il regolamento ti impedisce di zampettare, eravamo certi che sarebbe stata poca roba, che ti saresti preso qualche applauso di circostanza e buonanotte. In fondo eri finito al Brentford, una squadretta.

 

 

 

Ebbene, eccola qui la squadretta. Brentford senza Eriksen tra i titolari: 24 punti in 28 partite (1 gol di media a partita). Brentford con Eriksen titolare: 15 punti in 5 partite (2,6). Per dire, anche ieri ci hai messo lo zampino (assist al 95' e vittoria in casa del Watford 1-2). Vedi, caro Christian, qui non ce l'abbiamo conte, proprio no, ma con tutti quelli che durante la tua esperienza italiana hanno detto e scritto «Eriksen? Un giocatorino e niente più». Come no. Buona fortuna, giocatorino, e buon Mondiale. Perché tu lo giocherai, il Mondiale.

 

 

 

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