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Stefano Tacconi "crollato fuori dall'auto". Il rischio fatale: "Occhi e arti", le sue condizioni

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Un mal di testa, una pastiglia di Oki, poi il malore improvviso. Stefano Tacconi è ancora in coma, in condizioni gravi ma stabili. Al Corriere della Sera è il figlio Andrea, 24 anni, a raccontare quei terribili minuti che hanno preceduto l'ischemia e a chiarire come sta ora l'ex portiere di Juventus e Nazionale, 65 anni. "È in coma farmacologico. Dopo l'emorragia cerebrale ha subito un intervento che è andato bene. Ora bisogna aspettare, vedere come reagisce il fisico. I medici dicono che c'è stato un leggero miglioramento, ma sono cose lunghe".

 

 

 



C'è stato qualche segnale incoraggiante: "La cosa che mi dà speranza è che l'ho visto colorito in faccia, ha mosso un po' gli occhi e gli arti. Lui fisicamente è una roccia". Tacconi è ricoverato ad Alessandria, seguito dai primari di Neurochirurgia e di Terapia Intensiva. "La situazione è ancora stazionaria - hanno spiegato i medici -. Tacconi è farmacologicamente sedato, ma ha dato qualche segno di gesto finalistico (come il movimento degli occhi, ndr). Il percorso sarà ancora lungo e i prossimi giorni saranno determinanti per capire l'andamento della situazione". Il vero rischio, scongiurato dall'intervento tempestivo, era rappresentato da una seconda emorragia, dopo la prima causata da un aneurisma, "che sarebbe potuta essere fatale".

 

 

 


L'ex portierone, uno dei simboli del calcio italiano tra anni 80 e 90, si è sentito male sabato scorso. La sera prima avevano partecipato a un evento benefico ad Asti. "La mattina si è alzato dicendo che aveva un po' di mal di testa - è la ricostruzione del figlio -. Ha fatto colazione, ha preso un Oki. Non ha mai avuto niente, non ci siamo allarmati. Un paio di ore dopo, è sceso dalla macchina ed è crollato al'improvviso. Per fortuna i soccorsi sono arrivati subito".

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