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Ferrari, Mattia Binotto: "Sono preoccupato", perché Leclerc rischia la stagione

Lorenzo Pastuglia
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Un'altra giornata nera, e ora il motore spaventa molto la Ferrari. A Baku è altra doppietta-Red Bull come due GP fa in Spagna, proprio dove erano sorti i primi problemi alla power unit di Leclerc, sfuggito allora a una vittoria concreta per la rottura di turbina e Mgu-H (l'architettura che trasforma i gas di scarico in energia). In Azerbaigian, per Maranello e il monegasco è un altro "zero" pesantissimo, mentre la 25esima vittoria in carriera di Verstappen e il secondo posto di Pérez permettono, insieme al loro team, di seminare il vuoto nelle classifiche Piloti e Costruttori.

 

 

 

Settantacinque punti dilapidati nelle ultime tre gare nettamente alla portata della rossa e di Charles, tornati però a Maranello con solo i 12 punti del quarto posto di Montecarlo. E se alla iella di ieri ci si aggiunge anche Sainz, obbligato al terzo ritiro stagionale (problema idraulico) dopo Australia e Imola, allora la questione-affidabilità diventa preoccupante. Una qualità fino a prima di Barcellona, al contrario della Red Bull - due volte out con Verstappen a Sakhir e Melbourne (anche Pérez fuori in Bahrain) -, ma che va rivista, come anche un delusissimo Leclerc ammette: «Ora credo sia un problema. La motivazione c'è e la prestazione pure, ma non possiamo ignorare la delusione».

 

 

 

GIUSTA LA STRATEGIA - Entrambe le Ferrari fuori per guasto non si vedevano in gara dal lontano GP d'Australia 2009 (13 anni, due mesi e 16 giorni fa). Allora arrivarono i ritiri di Massa e Raikkonen sulle deludenti F60, ieri a Baku un'altra vittoria sfuggita nonostante una F1-75 che c'era e l'ottima reazione del team, rilanciatosi dopo le brutte strategie di Montecarlo per mettere Leclerc davanti a tutti. Era partito male al via Charles, superato subito da Pérez, ma con il ritiro di Sainz al nono giro ha sfruttato il tempo concesso dalla Virtual Safety Car per mettere le gomme dure prima della Red Bull, che ha sbagliato a non rispondere subito, richiamando "Checo" solo al 17° giro e Verstappen due tornate dopo (il messicano, in calo di prestazioni con le medie, era intanto finito dietro a Max). Con l'altra Safety per il ritiro della Haas di Magnussen, Leclerc avrebbe potuto controllare optando per un altro set di dure, ma la fumata del motore poco prima, al 20° giro, lo ha costretto ai box. Da lì in avanti, così, il team rivale ha potuto condurre una gara noiosa, inserendo nuove bianche a entrambi i piloti, poi volati fino al traguardo.


COMPONENTI - L'affidabilità ora preoccupa anche Mattia Binotto, a maggior ragione se ieri sono finite out altre due vetture motorizzate Ferrari, quella di Magnussen e l'Alfa Romeo di Zhou: «Non sono preoccupato per il prossimo Gp, sono preoccupato per il resto della stagione. Abbiamo fatto un grande lavoro sulla power unit che ha avuto una crescita prestazionale, e questo lo stiamo pagando sull'affidabilità - dice il team principal - Possiamo risalire, in Canada metteremo componenti nuove. L'affidabilità è una preoccupazione, ma come non ci eravamo esaltati a inizio stagione così non ci abbattiamo oggi. Per vincere l'affidabilità deve essere perfetta, noi non lo siamo ancora. Lavoreremo, questa squadra è in grado di farlo». Torna invece a sorridere la Mercedes, terza e quarta con Russell e Hamilton: Lewis è commovente a fine gara, uscito a fatica dalla Mercedes nel parco chiuso per la schiena distrutta dal porpoising (il saltellamento sul dritto). Quinto Gasly, 6° Vettel nonostante un lungo, poi Alonso (diventato ieri il "pilota più longevo della F1", scavalcando Michael Schumacher). Ricciardo e Norris 8° e 9° con le McLaren, Ocon chiude la top-10.

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