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Milan, "perché Paolo Maldini non rinnova". Retroscena da panico

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"Separati in casa". Tra Paolo Maldini e il Fondo Elliott che ha ancora in mano il Milan (in attesa del closing ufficiale con Gerry Cardinale e RedBird) le distanze sarebbero difficilmente colmabili. E questo, scrive Repubblica in un retroscena a tinte fosche, spiegherebbe il misterioso e clamoroso ritardo nella firma del rinnovo di contratto dell'ex bandiera rossonera. Il responsabile dell'area sportiva è stato, a detta di molti, uno dei protagonisti del "miracoloso" scudetto vinto un mese fa, insieme al responsabile del mercato Frederic Massara. Una coppia affiatata dietro la scrivania, in scadenza però tra appena una settimana.

 

 


L'intesa per prolungare il rapporto di lavoro ancora non c'è, e questo sta di fatto bloccando anche le trattative di mercato per rinforzare una squadra che avrebbe bisogno di alcuni innesti "di peso" per tornare competitiva anche in Champions League. Lo stesso Maldini aveva "guastato la festa" pochi giorni dopo il trionfo, con una rumorosa intervista alla Gazzetta dello Sport, facendo saltare la mosca al naso a molti tifosi: servono giocatori fatti e finiti, e investimenti di conseguenza, altrimenti si ritorna nella palude. E in quel caso, Maldini sarebbe pronto ad andarsene. Esattamente quello che si sta verificando. La proprietà avrebbe posto un budget ridotto di 50 milioni, e così sia Botman (verso il Newcastle) sia Renato Sanches (direzione Psg), scelti da Maldini e Massara, stanno per svanire. Repubblica paragona la situazione nella dirigenza rossonera alla "Guerra dei Roses".

 

 

 



E mentre la Juve e l'Inter muovono pezzi pesanti (Pogba e Lukaku, anche se ci sarà forse qualche cessione d'oro come De Ligt e Skriniar, senza contare Dybala e Perisic andati via a parametro zero), la sensazione dei milanisti è di un club che fatica anche a riscattare i prestiti contenuti di seconde linee come Florenzi e Messias. Figurarsi a comprare il nuovo Kessie o il trequartista titolare. "Non c'è addetto ai lavori che non si dica certo che Maldini e Massara verranno rinnovati ma intanto la firma slitta giorno dopo giorno". 

 

 

 

Il guaio, scrive Repubblica, è che Cardinale considera Maldini centrale nel suo progetto, ma Elliott no. Investcorp, il fondo arabo che sembrava sul punto di rilevare il Milan prima del ribaltone americano dei Singer, gli aveva garantito un ruolo plenipotenziario alla Marotta, invece Maldini si ritroverà a dover trattare ogni mossa con l'ad Ivan Gazidis, "il Cerbero dei conti in ordine". Niente sgarri, niente spese pazze. Il rischio però, è un altro: niente euro-Milan, niente sogni. E niente Maldini.

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