Marcell Jacobs, il veleno di Michael Johnson: "Oro olimpico, poi è sparito"

sabato 23 luglio 2022
Marcell Jacobs, il veleno di Michael Johnson: "Oro olimpico, poi è sparito"
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Il Mondiale di atletica di Eugene è una ferita ancora aperta per Marcell Jacobs. Il velocista italiano di origini texane è stato appiedato da un infortunio e ha così fallito il piano di vincere l'oro iridato, dopo quello inatteso e clamoroso nei 100 metri ai Giochi di Tokyo 2020 (ma disputati, come tutti sanno, nell'estate 2021 causa pandemia). E così, dopo un 2022 fatto di tanti stop&go e troppe incognite fisiche, Jacobs ha fornito agli scettici e ai complottisti il piatto più succulento: il doppio oro olimpico (perché oltre alla gara individuale vinse anche con la mostruosa staffetta 4x100 azzurra in rimonta sulla Gran Bretagna) è stato un caso, una congiunzione astrale irripetibile? O addirittura, come ventilato in modo vergognoso da più parti, ricordando i precedenti di tante vittorie sorprendenti e casuali, c'è stato l'aiutino del doping?

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Chi lo ha anche solo accennato non aveva, ovviamente, in mano uno straccio di prova. E dunque si tratta di pure e semplici illazioni. Ma ora è un gigante come Michael Johnson, oro olimpico nei 200 e nei 400 alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e doppio primatista mondiale nelle due gare per rispettivamente 12 e 17 anni, a rilasciare parole sibilline su Jacobs e rinfocolare la polemica. 

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Intervistato dal Corriere della Sera, l'indimenticabile Johnson risponde all'interrogativo più piccante: Marcell è una meteora olimpica o tornerà a vincere? "È una domanda che è lecito farsi. A Tokyo fu eccezionale, non si discute: quell'oro non glielo toglie nessuno. Ma poi è sparito, non ha più corso, sollevando domande. È tornato al Mondiale indoor, vincendo. Da lì, solo infortuni. Non credo sia un problema di stagione post-olimpica: l'anomalia è Bolt con la sua straordinaria longevità, gli altri hanno sempre alti e bassi. Capire come gestire gli infortuni fa parte della sfida. Ma se anche Jacobs non dovesse vincere più nulla, rimarrà per sempre campione olimpico". Consolazione, per la verità, non troppo magra.

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