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Napoli caos, De Laurentiis non vende ma... Nubi pesanti

Federico Strumolo
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Mentre il Napoli comincia la seconda parte del ritiro estivo a Castel di Sangro, la piazza vive l'ennesima estate tribolata. Tra dolorosi addii sul mercato, insistenti voci di cessione della società e la paura di restare indietro rispetto alla concorrenza. D'altronde, la Juventus si è rinforzata notevolmente con Paul Pogba e Angel Di Maria, l'Inter ha fatto lo stesso grazie al ritorno di Romelu Lukaku, mentre il Milan può contare sulla garanzia di qualità dello scudetto appena vinto e perfino la Roma, arrivata sesta nell'ultimo campionato (contro il terzo posto azzurro), può gongolare con il colpo Paulo Dybala.
I tifosi del Napoli, invece, sono stati costretti a salutare, nel giro di poche settimane, il capitano Lorenzo Insigne, passato al Toronto, e due leader senza fascia: Kalidou Koulibaly, venduto al Chelsea per 38 milioni di euro, e Dries Mertens, rimasto svincolato. È l'addio dell'attaccante belga, in azzurro dal 2013 (per lui 148 gol in 397 presenze complessive), l'ultimo boccone amaro da ingoiare per la piazza. Perché se il contratto dell'idolo dei napoletani era scaduto il 30 giugno e i segnali di rinnovo erano stati pochi (e per niente convincenti), il club ha confermato ieri il saluto al 35enne di Lovanio. Mertens, infatti, ha rifiutato l'ultima offerta azzurra da circa 2,4 milioni di euro netti annui, considerati troppo pochi rispetto ai 4,5 milioni percepiti fino alla scorsa stagione. I tre, pesantissimi, addii non fanno altro che aumentare il senso di disorientamento dei tifosi, i quali ogni estate si trovano a fare i conti con una sorta di crisi d'identità.

AMBIZIONI - A causa di una gestione, del presidente Aurelio De Laurentiis (sempre più contestato dai tifosi), che non riesce proprio a dare spessore a una società che meriterebbe ambizioni ben più importanti.
Insomma, in tutti questi anni il Napoli ha dato la sensazione di essere a poco, pochissimo dal definitivo salto di qualità per vincere lo scudetto, ma l'impressione è che la proprietà non abbia mai voluto realmente cercare quell'ultimo, necessario, passo in avanti.
Anche per questo, si diceva, negli ultimi giorni sono tornate di moda le voci su una possibile cessione del club da parte dello stesso De Laurentiis. Il Napoli ha immediatamente smentito, con una nota ufficiale pubblicata mercoledì («De Laurentiis non ha intenzione di vendere il Napoli e non c'è alcuna trattativa in corso» si legge), ma dov' è la verità? Quel che è certo è che negli ultimi annidi offerte per il Napoli ne sono arrivate tante, ma tutte prontamente rifiutate dal patron. Il motivo? Nessuno si è mai avvicinato al miliardo chiesto da De Laurentiis per cedere il club (l'ultima offerta pare fosse di circa 650 milioni).
Una valutazione che potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma che è motivata da operazioni che hanno riguardato altre società di serie A. Il Milan, dopotutto, è stato valutato addirittura 1,3 miliardi nell'affare di poche settimane fa tra i fondi americani Elliott e RedBird, la Roma circa 600 milioni nel 2020 (quando venne acquistata dai Friedkin), mentre un club decisamente più piccolo del Napoli come l'Atalanta, è stato valutato mezzo miliardo.


PARTENZE - Il Napoli, tra l'altro, può contare su un'eccellente situazione finanziaria, è alla tredicesima stagione consecutiva in competizioni europee (e quest' anno torna in Champions dopo due anni di purgatorio in E-League) e il valore della rosa resta di tutto rispetto. È evidente, comunque, che nelle prossime settimane dovrà arrivare qualche acquisto, viste le già citate partenze eccellenti. A sostituire il gigante Koulibaly dovrebbe essere il sudcoreano Kim Min-jae. Il club azzurro si è detto disposto a pagare i 20 milioni della clausola per il 25enne del Fenerbahce, un colosso di 190 centimetri abile anche in impostazione. In attacco, invece dovrebbe arrivare Giovanni Simeone (27 anni), in prestito con obbligo di riscatto per 16 milioni dal Verona. Due colpi per ripartire e provare, finalmente, a far pace con i tifosi.

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