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Roma, la rivelazione di Carlo Verdone: "Il mio antidepressivo. E con Matic e Dybala...

Giulio Peroni
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La nuova Roma gasata, ambiziosa ed un sacco bella fa impazzire anche Carlo Verdone. Che in questa squadra ancora cantiere, pozzo di buoni propositi ed arrivi eccellenti, comincia ad intravedere le basi di una commedia brillante e a lieto fine. Non più a finale horror alla Dario Argento, come in tante occasioni.
«A patto - scherza il grande regista - che José Mourinho non diventi il Manuel Fantoni (quello di "Borotalco", ndr) della situazione: altrimenti vorrebbe dire che ci ha preso per i fondelli». 

Un chiodo fisso dall'infanzia. Passione urgente, incontrollabile. Tante uscite all'Olimpico. Dove non potrà essere presente nelle prime giornate di campionato, impegnato nella seconda edizione di "Vita da Carlo". L'attore ammette: «Il club giallorosso è un antidepressivo del weekend. Se la Roma perde non funziona, sto malissimo, sono di pessimo umore». Ma questa volta la medicina sembra quella giusta. La cura americana produce i primi effetti. Il popolo si muove, oltre 40 mila abbonati, un presidente (Dan Friedkin) che sdogana sogni d'oro, non più naif. E poi la vittoria europea in Conference League. Pochi giorni fa l'apoteosi, 15 mila anime all'Eur per salutare Dybala.

 

IN AVANTI
Per l'attore-regista di film immortali come "Compagni di scuola", "Bianco rosso e Verdone" e "Maledetto il giorno che t' ho incontrato", il salto in avanti del pianeta giallorosso è cosa vera. «Questa è una squadra che chiedeva da tanto tempo un team competitivo. Se gli dai un campione come Dybala chiaro tutto diventa più survoltato. Ed essendoci Mourinho come allenatore, si spera abbia accettato questo incarico alla Roma per arrivare ad un risultato molto grosso. Lui farà il possibile per portare lo scudetto. Per arrivarci ci vogliono giocatori come Wijnaldum (disposto a tagliarsi lo stipendio pur di venire, ndr), un centrocampo adulto di forza ed esperienza, Matic è una garanzia, ed uno come Dybala. L'attacco è forte, abbiamo rinforzato la difesa. E mi auguro e faccio il tifo affinché Zaniolo resti. Anche a fronte di una super offerta, fossi in Friedkin ci penserei un attimo. Il ragazzo mi piace, ha superato due infortuni importanti. È potente, ha tiro, salta l'uomo.

Non abbiamo tanti giocatori che saltano l'uomo. In realtà dobbiamo dire grazie a questo presidente americano che effettivamente ci sta mettendo molti sforzi per costruire un gruppo potenzialmente da scudetto. Con questo tipo di squadra la Roma non può più nascondersi, deve arrivare prima o seconda. Speriamo non terza. I giocatori a questo punto ci sono. Ora tocca all'allenatore far quadrare il mosaico nel migliore dei modi».

 

La costruzione di un successo calcistico: come la costruzione di un amore. Un'alchimia a metà tra passione sfrenata e ratio. Questo stanno cercando di fare a Trigoria, questo ha notato Carlo. Il nuovo imperativo è far convivere equilibrio e fantasia in perfetta simmetria, non più in contraddizione. Come invece accade nella città eterna. Nei suoi problemi eternamente irrisolti.

COME FALCAO E TOTTI
«La folla e l'entusiasmo simile agli anni 80 della Roma di Conti e Falcao, nella Roma dell'ultimo scudetto di Totti del 2001, si spiega anche con il momento di decadenza della città. Una decadenza che dura da tanti anni, tra sporcizia e poca manutenzione. Tutti, soprattutto i tifosi, si rivolgono al calcio per cercare un riscatto. Roma in questo momento non è una città Europea, lo dovrà diventare quando saranno aggiustate tante cose. Non la puoi paragonare a Milano. Mi spiace dirlo da romano: in questo momento la capitale non offre moltissimo, meno di altre città europee». Ma è anche vero che rispetto ad altri club competitors, vedi Milano e Napoli, oggi a Roma sponda romanista si respira la priorità del successo sportivo su ogni cosa. E questo può essere la vera chiave del successo. E dei weekend di festa di Carlo Verdone.

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