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Giorgia Meloni diventa premier? E in Serie A... una storica prima volta

Fabrizio Biasin
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«Perché fate un pezzo sull'arbitro donna! Solo perché è donna! Se fosse stato uomo non avreste fatto il pezzo sull'arbitro uomo!». Esatto, è così. «Guai a voi se la chiamate arbitra! È un arbitro! Con la o! Sia chiaro!». Ci mancherebbe. «E comunque non è lì in quanto donna! Ma in quanto brava!». Vorrai dire "bravo", eh, di grazia. (E con questo anticipiamo alcune delle rimostranze che il tipico rompi-maroni e schiavo del politicamente corretto degli anni duemilaeventi ci sbatterà automaticamente in faccia, qualunque cosa scriveremo).

 

 


Maria Sole Ferrieri Caputi è il primo arbitro donna designato per dirigere un match in serie A. Ci arriva per meriti - chi ha seguito il suo percorso ne parla benissimo- e parte da un succulento Sassuolo-Salernitana, match in programma domenica alle ore 15. È una scelta epocale, ma neanche troppo perché, appunto, la Caputi è assai capace, pronta per il grande salto, oltre che parecchio "caratteriale" nel senso buono del termine (un tempo avremmo scritto «ha le palle», ma oggigiorno è un attimo che ti strappano il tesserino). L'abbiamo già vista all'opera ad alto livello, in Coppa Italia: ad ottobre 2021 fischiò Cagliari-Cittadella, ad agosto invece si è esibita in Samp-Reggina. In entrambi i casi la 31enne di Livorno è uscita dal campo nella quasi totale indifferenza, che poi è il metro migliore per giudicare un arbitro (meno il direttore di gara è protagonista, meglio ha fatto il suo dovere). In epoca di Meloni maturi e donne che acquistano potere in questo e quel settore, verrebbe facile generalizzare: «È il riscatto del gentil sesso!», ma vorrebbe dire mortificare il valore delle donne in questione. La Meloni ha convinto buona parte degli italiani in quanto Meloni, non in quanto donna; la FerrieriCaputi finisce in Serie A in quanto «più capace» di tanti suoi colleghi fischiettanti, non in quanto quota rosa (per non parlare di Samantha Cristoforetti, prima donna europea al comando della Stazione Spaziale Internazionale).
Per avvalorare la tesi passiamo la palla al più grande esperto italiano di arbitri e affini, l'ex direttore di gara e ora "giudice" di Dazn, Luca Marelli: «Maria Sole è veramente forte, ha tecnica, corsa e carattere.

 

 


Deve crescere sotto il profilo comportamentale, ma questo si acquisisce con l'esperienza. E deve imparare a sorridere in campo quando le circostanze lo permettono, ma anche questa è una skill che si acquisisce col tempo». E ancora: «L'anno scorso l'ho vista in Feralpisalo-Palermo e fece una fatica tremenda negli ultimi venti minuti. Dissi che doveva migliorare molto sotto l'aspetto atletico. L'ha fatto». La parola passa al campo, perché le chiacchiere stanno a zero. Vedremo se i signori calciatori di Sassuolo e Salernitana mostreranno più rispetto o faranno come niente fosse e, all'occorrenza, la manderanno affanzum. Nel primo caso avremo tratto un vantaggio non da poco (giocatori che smettono di vestire i panni dei portuali marsigliesi), nel secondo avremo la riprova che noialtri bifolchi del pallone trattiamo tutti alla stessa maniera a prescindere dal sesso, dall'identità di genere, da qualunque moralismo precostituito. Buona fortuna Maria Sole, per domenica non possiamo fare altro che augurati due finali. 1) L'uscita dal Mapei Stadium tra gli applausi (vorrà dire che sei stata brava). 2) L'uscita dal Mapei Stadium tra gli insulti (vorrà dire che ti avranno trattata come tutti gli altri). 

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