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Salernita, il suicidio di Iervolino: perché ha cacciato Nicola?

Federico Strumolo
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La riconoscenza, si sa, nel calcio è merce rara. E, allora, capita anche che Davide Nicola, eroe della salvezza dell'anno scorso, venga esonerato dalla Salernitana, nonostante un campionato di tutto rispetto disputato finora dai granata. Perché se la sedicesima posizione in classifica potrebbe far storcere il naso a qualcuno, è evidente che i nove punti di vantaggio sulla zona retrocessione rappresentino un bottino invidiabile per una squadra che punta a salvarsi. Ma evidentemente non abbastanza per persuadere il presidente Danilo Iervolino, il quale già da mesi covava dentro di sé l'idea di allontanare il bravissimo Nicola (che, poco dopo l'ufficialità dell'esonero ha postato una foto sul suo profilo twitter: nessuna parola, ma solo l'immagine che lo ritrae in campo mentre applaude il pubblico sugli spalti dello stadio Arechi). A convincere definitivamente il patron, dopo una notte di riflessione, è stato il pesantissimo 8-2 subito dalla Salernitana domenica in casa dell'Atalanta (l'ultima squadra a subire tanti gol in una gara di serie A era stato il Padova, nell'8-2 contro l'Inter addirittura nella stagione 1995/96). Un risultato clamoroso, è vero, ma giunto a una sola settimana dal convincente pareggio 1-1 in campionato contro il Torino e a due turni dall'onorevole 2-1 subito dai campioni d'Italia in carica del Milan.

SALVARE LA PANCHINA
In totale in serie A il rendimento dei campani parla di 4 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte, con 23 gol fatti e 35 reti incassate: numeri che dovrebbero bastare a salvare la panchina. Insomma, il ko contro l'Atalanta pare solo un pretesto per concretizzare una decisione già presa tempo fa.Anche, e soprattutto, perché la storia tra Nicola e la Salernitana era tra le più belle, almeno in serie A. Cominciata il 15 febbraio scorso, quando il tecnico venne chiamato a Salerno per cercare una miracolosa salvezza. La squadra era ultima in classifica con 13 punti dopo 23 giornate.

ESORDIO STRAORDINARIO
Subito l'esordio straordinario, con quel 2-2 nella gara interna contro il Milan (che avrebbe festeggiato lo scudetto solo tre mesi dopo), poi altri cinque pareggi e quattro vittorie per 18 punti totali in 15 partite a permettere la favolosa salvezza (con rinnovo di contratto fino al 2024). La sensazione, dunque, è che la scelta di Iervolino sia dettata più da un'antipatia, da un'incompatibilità che ha poco da spartire con il calcio. E che, anzi, ha tutto il sapore di un'ingiustizia, nei confronti di un allenatore, Nicola, che in passato ha sempre dimostrato bravura e professionalità (come con l'altra strepitosa rimonta salvezza a Crotone nella stagione 2016/17: anche in quel caso l'anno dopo fu separazione). Ma chi sarà il successore di Nicola? Al momento si parla di Beppe Iachini, in attesa di vivere una nuova avventura dopo quella a Parma in serie B della scorsa stagione, ma attenzione anche al nome di Roberto D'Aversa, lo scorso anno alla Sampdoria che sembra in vantaggio sul primo. Non è da escludere, poi, la soluzione interna, con la promozione dell'attuale responsabile del settore giovanile Stefano Colantuono (già tecnico della Salernitana nelle stagioni 2017/18, in B, e nella stagione 2021/22 in A) almeno fino alla partita contro il Napoli capolista in programma sabato all'Arechi (prima di affidare la squadra ad un nuovo tecnico). Attenzione, poi, al futuro del direttore sportivo Morgan De Sanctis, il quale sarebbe in bilico. Insomma, la Salernitana prepara una rivoluzione, non si sa quanto sensata...

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