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Juventus, Del Piero allo stadio? Rumors: ecco cosa può cambiare

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Nel segno della prudenza, perché Max Allegri deve gioco forza puntare sulle coppe in attesa di capire cosa succederà. Così tra infermeria e turnover il tecnico mette in campo una Juve sperimentale e poco sperimentata, come dimostra la coppia Milik-Kean che era partita insieme sono una volta contro la Lazio prima dei Mondiali in Qatar. Così dei primi 45’ si salvano tre immagini: Depaoli che dopo un quarto d’ora fa venire i sudori freddi a Szczesny sfiorando il palo e Danilo che, grazie ad una generosa deviazione di schiena, su punizione scheggia l’incrocio. 

Ma in mezzo, soprattutto, la standing ovation per Alex Del Piero, presente in tribuna (tanti cori per lui: da «C’è solo un capitano», a «Abbiamo bisogno di te») dimostrazione che al club non servirebbero solo i Ferrero e i Calvo per rilanciare l’immagine. Poi basta dare un po’ di verve in mediana buttando dentro Miretti e il gioco si velocizza. Una sua verticalizzazione apre un mondo davanti a Kean che ringrazia e batte Montipò, approfittando di una chiusura sonnolenta della difesa. 

 

Allegri la trasforma in un allenamento con vista Inter e così nell’ultima mezz’ora uno dopo l’altro butta dentro Vlahovic, Di Maria e Kostic che in realtà la interpretano veramente come tale. Poco alla volta però i ritmi si abbassano pericolosamente (per i bianconeri) e così nel finale serve uno Szczesny reattivo per evitare la beffa. La rincorsa alla zona Champions, sempre che serva a qualcosa con altre sentenze che incombono, continua. E ora ci sono da regolare i conti con i nerazzurri che martedì arriveranno all’Allianz in piena depressione. 

 

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