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Shevchenko e Milan-Inter: "Cosa ho notato", dettaglio pesantissimo

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Di derby, anzi di euroderby Andriy Shevchenko è forse il massimo interprete. L'attaccante ucraino ex idolo del Milan, oggi 47 anni, ha marchiato a fuoco i quattro unici precedenti di stracittadina in Champions League. Nella semifinale contro l'Inter del 2003 ha segnato il gol dell'1-1 al ritorno, poi rivelatosi decisivo perché "in trasferta". Due anni dopo, nell'infuocata sfida dei quarti, ha timbrato il cartellino come suo solito sia nel 2-0 dell'andata sia al ritorno, un gran sinistro in avvio per l'1-0 che di fatto aveva spento le speranze dei nerazzurri accendendo, di contro, la rabbia della Curva Nord che aveva portato nella ripresa al famoso lancio di fumogeni in campo (anche contro Dida) e al 3-0 a tavolino per il Diavolo.

 

 

 

Vent'anni dopo, è un altro calcio, è un altro Milan ed è un'altra Inter, ma il derby no, non cambierà mai. Impossibile fare pronostici, anche se la possibile assenza di Leao tra i rossoneri rischia di spostare gli equilibri. Ma Sheva, intervistato dalla Stampa, non ne fa un discorso di individualità: "Mi piace molto il gruppo. Giocano tutti l'uno per l'altro - dice del Milan -. Lo noto soprattutto nei momenti di difficoltà. E poi gli uomini di qualità ci sono, possono decidere o ribaltare le sorti di un incontro. Il Milan di oggi sa soffrire e sa lottare, sa sporcarsi di fango se serve. In più si vede, in maniera netta, la mano dell'allenatore e della società". Un auspicio, da tifoso rossonero prima ancora che da ex fuoriclasse e da allenatore, che farà piacere a metà Milano. 

 

 

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