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Leao terremota il derby, "due sole possibilità": filtrano voci clamorose

Claudio Savelli
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Bisogna leggere tra le pieghe delle dichiarazioni di Stefano Pioli per capire se Leao farà parte dell’euroderby d’andata (alle 21, diretta Prime Video e in chiaro su Tv8): «Ha fatto “i dritti”. In mattinata proverà a forzare». Tradotto: ha corso in linea retta ed è andata bene, ma il problema di un’elongazione dell’adduttore non sono le corse lineari bensì i cambi di direzione, gli scatti in diagonale, gli allunghi laterali, i passaggi e i tiri. Ovvero tutto ciò che Leao, in questi giorni, non si è azzardato a fare. Proverà stamattina davanti ai medici dello staff rossonero e, con essi, emetterà sentenza per Pioli, il quale ha deciso di non prendere parte attiva alla scelta.

Anzi, il tecnico del Milan ha già deciso: l’asso portoghese giocherà solo se starà bene, altrimenti non andrà nemmeno in panchina, per non cadere in tentazione di usarlo qualche minuto e compromettere un suo impiego per il ritorno. Visto che il derby dei derby dura 180’, meglio averlo almeno per la metà che conta di più.

TITOLARE O IN TRIBUNA
C’è un altro motivo per cui Leao gioca dall’inizio o non gioca affatto: quando viene impiegato part-time, non incide. Nelle gare in cui è entrato a gara in corso, il Milan non ha mai vinto, a parte Monza con cui vinceva già (entrato al 60’, ha segnato il 4-1 definitivo all’84’). Per il resto, solo pareggi o sconfitte che erano già pareggi o sconfitte. È subentrato contro la Cremonese sia all’andata (0-0) sia al ritorno (1-1), nel 2-5 contro il Sassuolo, nei pareggi con l’Empoli (0-0) e il Bologna (1-1), nel derby di ritorno (1-0 per l’Inter) e negli ottavi di Coppa Italia contro il Torino (0-1 ai supplementari) e non ha mai cambiato l’inerzia.

Non è uno che si impone sul contesto, anche se le caratteristiche suggeriscono il contrario: un uomo di dribbling e di strappi come Leao dovrebbe esaltarsi quando l’avversaria è stanca e allarga le maglie, invece accade il contrario. Ha bisogno di minuti per calarsi nel contesto, studiare i difensori avversari, sfiancarli e infilarli di persona. A proposito di dribbling e strappi, lo stile di gioco del portoghese suggerisce prudenza. Visto che non è un giocatore che lega con i compagni ma si isola per fare la differenza, averlo in campo a mezzo servizio è un controsenso.

 

Meglio Saelemaekers in forma, anche se non raggiungerà i picchi del compagno e non farà mai cose simili. Di fronte a questa apparente contraddizione sorge spontaneo un paradosso: il fatto che Leao sia in dubbio destabilizza più il derby dell’Inter che quello del Milan. Perché Pioli ha già preparato la gara senza il portoghese, non avendolo a disposizione fisicamente per le prove tattiche, mentre Inzaghi ha dovuto ipotizzare i due scenari. Quando afferma che la presenza o meno dell’ala rossonera «non cambia nulla del piano tattico», mente: cambia parecchio. Non cambia gli uomini - a parte Brozovic favorito su Calhanoglu, la formazione è fatta - ma le richieste che vanno fatte loro. Darmian, terzo di difesa a destra, avrà bisogno di aiuto costante se ci sarà Leao, altrimenti potrà spesso cavarsela da solo. 

A Dumfries, che giocherà da quinto su quella fascia, verrà chiesto di raddoppiare in difesa con corse profonde in fascia sul portoghese, altrimenti verrà risparmiato dalle coperture continue per obbligare Theo a qualche fatica difensiva. Nel caso toccherà a Barella allargarsi di qualche metro per tenere sotto controllo Saelemaekers, che tende a partire più centrale e ad associarsi al resto della squadra. Va da sé che, senza Leao, l’Inter non avrà il timore di subire letali uno-contro-uno in ripartenza, quindi potrà alzare il baricentro di qualche metro e interpretare una gara di controllo del pallone e dei ritmi più che degli spazi. Il tipo di partita che la squadra di Inzaghi preferisce, soprattutto in queste ultime settimane di rinascita. Occhio solo a non prendersi troppe confidenze: questo non è un derby, è il derby.

 

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