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Haaland, la follia del padre: insulti e gestacci, cacciato dallo stadio

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Non ci sono stati vincitori nella prima semifinale tra Real Madrid e Manchester City ma un vinto sì. Trattasi del cannoniere principe della Premier, uno dei centravanti più esplosivi che si sono visti sulla faccia del pianeta calcio negli ultimi tempi. Stiamo parlando di Erling Haaland, proprio lui, il ragazzo -meraviglia norvegese del quale sinora si è parlato soltanto benissimo per via dei 35 gol segnati in 32 partite della Premier.

 

 

Ebbene, nella serata che ha sancito un pari su tutta la linea tra la squadra di un nervoso Ance lotti («L’arbitro è stato poco attento, ha sbagliato e il risultato finale di 1-1 non ci premia. Ma ora forza Milan» ha detto Carletto) e quella di un insicuro Guardiola, Haaland è stato un fantasma in campo. Il peggiore di tutti, ruolo a lui sconosciuto. Che si trattasse di una serataccia lo si è capito da un altro particolare: suo padre, Alf-Inge, ex difensore del City ha litigato con alcuni tifosi in tribuna ed è stato cacciato dal Bernabeu.

 

 

Tra sei giorni, a Manchester, ci sarà gara -2 di questa eccitante semifinale che ha visto le squadre spartirsi la posta grazie a due missili, entrambi fatti partire con il piede destro: da Vinicius prima e dall’ineffabile De Bruyne poi. Una gara di ritorno con Erling chiamato a tornare il bomber che tutti conosciamo per regalare la finale al suo City. E con papà Alf-Inge che dovrà darsi una calmata. 

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