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Juventus, "ecco cosa accadrà": lo scenario sconvolgente

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Oggi, lunedì 22 maggio, è il giorno della verità. Quella della nuova penalizzazione in arrivo per la Juve e per le speranze del Milan di entrare in Champions League al posto dei bianconeri. Dopo il ricorso per revocazione presentato in Corte d'appello dalla procura, con penalizzazione iniziale di 15 punti in classifica nella stagione in corso, la sanzione è stata revocata dal Collegio di garanzia dello sport del Coni, una volta accolta la richiesta di rinviare la decisione alla Corte federale d'appello, affinché “rinnovi la sua valutazione, in particolare, in ordine alla determinazione dell’apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione”. Il Collegio di garanzia, infatti, non può decidere sul merito della sanzione, ma solo sulla legittimità: spetta alla Corte d'appello rimodulare la sentenza. Lo stesso procuratore generale, d'altronde, nel corso del dibattimento al Collegio di garanzia dello sport del Coni, aveva evidenziato una carenza di motivazione.

Le motivazioni della penalizzazione precedente rigettata per illegittimità
Riguardo alla penalizzazione, però, dalle motivazioni pubblicate sul sito del Coni non viene riconosciuta alcuna illegittimità. Al punto 2.2.5: “Non è poi fondata la questione riguardante la tipologia di sanzione irrogata in concreto dalla Corte Federale d’Appello nella contestata decisione (per la Juventus la penalizzazione di punti in classifica e non la semplice ammenda per la violazione dell’art. 31 del R.G.S.), tenuto conto che è nelle prerogative dell’organo giudicante non solo dare l’esatta qualificazione giuridica dei fatti contestati, ma anche (in concreto) irrogare una sanzione adeguata, fra quelle previste, per l’illecito accertato, dal Codice di Giustizia”, si legge nella decisione firmata dal Presidente e relatore Gabriella Palmieri.

 

Una penalizzazione da riqualificare
La legittimità della penalizzazione (da quantificare) contro la richiesta di un'ammenda da parte della difesa è un "punto" per la Corte federale d'appello, che ha irrogato questo tipo di sanzione e che adesso, su queste basi, potrebbe riformulare la propria decisione con un nuovo segno meno in classifica per la Juventus. Ma non è affatto detto che si tratti ancora di un -15. La partita tra -9, -15 e tutto quello che può trovarsi nel mezzo, si gioca sul ruolo degli “amministratori privi di deleghe operative”, ovvero quelli per i quali mancano le motivazioni nella sentenza sulla penalizzazione. Se per altri ex amministratori le motivazioni sono state esaustive, tant'è che i singoli ricorsi di Andrea Agnelli e Maurizio Arrivabene sono stati rigettati, per questi si è reso necessario il rinvio. Secondo il Collegio di garanzia dello sport del Coni, la Corte d'appello “ha fatto riferimento ad una generica, ma indimostrata, “consapevolezza diffusa” […] da parte di detti amministratori», però «non risulta […] in alcun modo provato che vi siano state, in concreto, una o plurime oggettive violazioni da parte degli amministratori privi di deleghe della Juventus”.

 

 

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