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Djokovic, scritta-choc sulla telecamera: "Il Kosovo...", un caso politico

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Ogni tanto Novak Djokovic dovrebbe valutare la possibilità di pensare solo al tennis e di non rilasciare dichiarazioni pubbliche a sfondo politico. L’uscita al Roland Garros è molto pesante: "Il Kosovo è il cuore della Serbia. Fermate le violenze”, ha scritto sulla telecamera dopo l’incontro vinto con Kovacevic. È come se il collega russo Medvedev avesse scritto “la Crimea è il cuore della Russia”, quindi l’indignazione è giustificata stavolta. 

 

 

Gli organizzatori del torneo non hanno affatto gradito la presa di posizione ultranazionalista di Djokovic, che è stato attaccato anche dal governo francese: “Non appropriato, militante e molto politico”, ha dichiarato il ministro dello sport, Amelie Oudea-Castera. Tra l’altro al Roland Garros si era già verificato un caso politico che aveva fatto molto discutere: l’ucraina Marta Kostyuk si era rifiutata di stringere la mano alla bielorussa Aryna Sabalenka, venendo anche fischiata dal pubblico. 

 

 

Per quanto riguarda Djokovic, è palese che tutta la faccenda del Covid e dei vaccini non gli ha insegnato nulla. Qual era la necessità di esporsi in questo modo, sapendo bene quale reazione avrebbe scatenato nel mondo? Il suo intervento a gamba tesa sulla questione balcanica non fa altro che incendiare ulteriormente gli animi: se lo avesse fatto un altro tennista, probabilmente l’Atp non avrebbe fatto finta di nulla. 

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