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Milan, l'epurazione di Pioli: "Nel giorno di Ibrahimovic...", le teste che saltano

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“Godbye”, è lo striscione dei tifosi del Milan in onore del suo Zlatan Ibrahimovic, che domenica ha detto addio al calcio giocato, non riuscendo a scendere in campo contro il Verona. Troppo importanti le ultime due annate piagate dagli infortuni, dove in questa non ha praticamente mai giocato: 144 minuti in 4 presenze. Eppure l'anno scorso – senza di lui, pur a mezzo servizio – il Diavolo probabilmente non sarebbe riuscito a vincere uno Scudetto che mancava da 11 anni, il suo secondo in rossonero. Zlatan ha atteso di essere inquadrato a bordo campo sul maxi schermo e ha ricambiato tutto quell'amore facendo il gesto del cuore con le mani, mentre tutto il Meazza urlava il suo nome. Ibrahimovic dice addio al Milan con un bottino di 93 gol in 163 presenze complessive, tra prima e seconda avventura sotto il Duomo.

 

 

 

Rebic altra esclusione: futuro lontano da Milano?

Chi non può godersi il saluto di San Siro è invece Ante Rebic, che Stefano Pioli non ha convocato per la terza partita consecutiva: dopo Sampdoria e Juventus, anche col Verona il 29enne croato non è presente nella distinta del match. È l'amara conclusione di una stagione in cui il contributo dell'esterno d'attacco è stato non all'altezza delle aspettative, soprattutto considerando che si tratta di uno degli elementi con più esperienza dell'intera rosa. Il pugno duro di Pioli già si era materializzato nello scorso turno in casa della Juve: La Gazzetta dello Sport aveva svelato come dietro l'esclusione di Rebic non ci fosse alcun problema fisico ma una valutazione tecnica – e non solo quella – da parte dell'allenatore. E per il croato ora il rischio è di un futuro lontano da Milano, nonostante un contratto in scadenza nel 2025. Dopo 123 partite e 29 gol segnati, Ante è pronto a lasciare.

 

 

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