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Pippo Inzaghi, "il terrore di avere la Sla": una drammatica confessione

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"Ho temuto di avere la Sla". Anche Pippo Inzaghi, per qualche mese, ha vissuto l'incubo spesso taciuto ma che attanaglia molti protagonisti del calcio italiano. Nel suo libro autobiografico Il momento giusto, scritto a 4 mani con il giornalista della Gazzetta dello Sport G. B. Olivero, l'ex centravanti di Juventus, Milan e Nazionale campione del mondo in Germania nel 2006 racconta il momento forse più difficile della sua vita, almeno per quel che riguarda la sua carriera nel calcio. 

 

 

 

Siamo nell'autunno del 2015, SuperPippo è reduce dalla prima, sfiancante e deprimente avventura da allenatore professionista proprio nel Milan. Silvio Berlusconi, allora presidente, confessò di non averlo esonerato "per affetto" e riconoscenza per quanto fatto da calciatore con la maglia rossonera. Inzaghi, professionista esemplare e con il chiodo fisso del gol e della vittoria, è rimasto senza squadra ma non è quello che lo preoccupa. "Il mio corpo mi mandava segnali inequivocabili di malessere. Mi sono spaventato. Ho avuto paura. Ho temuto di avere qualcosa di grave, persino la Sla". Fortunatamente, era solo un misto di delusione e stress, ma l'effetto era drammatico. 

 

 

 

Dopo un anno sabbatico per recuperare energie mentali e fisiche, Inzaghi riparte da Venezia in Lega Pro: "Prospettatasi l'occasione, ho detto al mio procuratore: 'Andiamo!'". Un successo: al primo campionato centra la promozione in Serie B, quindi un sorprendente quinto posto con l'approdo in A sfumato solo ai playoff. Quindi le avventure a Bologna (esonero), Benevento (un campionato di B stravinto e una sfortunata retrocessione), Brescia in B (esonerato in primavera da Cellino, con le Rondinelle ancora in lizza per la massima serie) e la Reggina, condotta ai playoff in B, risultato ampiamente sopra le aspettative.

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