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Milan, tu vo' fa' l'americano? Il retroscena sul mercato di Cardinale

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Federico Strumolo
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Gli italiani sono noti in tutto il mondo per la nostalgia che li perseguita appena si allontanano dal Belpaese, ma Gerry Cardinale non sembra essere da meno nei confronti dei suoi Stati Uniti d’America. Almeno questo si evince dalle scelte di mercato del Milan, che spesso sembrano strizzare l’occhio al calcio a stelle e strisce. Il primo indizio di questa tendenza arriva direttamente dalla sessione di trattative della scorsa estate, la prima firmata dal fondo newyorkese RedBird, conclusa con l’arrivo in rossonero in prestito di Sergino Dest, 22enne terzino destro della nazionale statunitense, di cui è un perno dal 2019 (in totale sono 26 le sue presenze, con 2 gol).

Un’operazione onerosa, seppure appunto a titolo temporaneo, considerando i 4 milioni di euro netti percepiti a stagione dal difensore di proprietà del Barcellona, sicuramente mediatica, dato che Dest con i suoi 2 milioni di follower su Instagram rappresenta uno dei principali volti della nazionale degli Yanks, ma altrettanto fallimentare, per il rendimento tutt’altro che entusiasmante messo in scena in Italia dal giocatore, autore di appena 14 presenze tra tutte le competizioni in stagione con il Milan, senza acuti e con tante sbavature difensive. Non sorprende, dopotutto, che la dirigenza rossonera abbia scelto di non riscattarlo e adesso il Barcellona (che chiedeva 20 milioni per il suo cartellino) sia alla ricerca di una nuova sistemazione, sempre in prestito, per il terzino.
 

 

SOLO UN ASSAGGIO
I ben informati di calciomercato, però, garantiscono che l’affare Dest rappresenti solamente un assaggio del mercato Made in Usa nei piani del Diavolo. La dirigenza rossonera, infatti, sembra intenzionata a rinforzare tanto la rosa a disposizione del tecnico Stefano Pioli quanto a sponsorizzare il calcio statunitense e, quindi, la Mls, il campionato americano che, secondo i vertici dello sport a stelle e strisce, ha straordinari margini di miglioramento da esprimere nei prossimi anni. L’amministratore delegato rossonero Giorgio Furlani, effettivamente, è al lavoro per acquistare, questa volta a titolo definitivo, due dei giocatori più rappresentativi della nazionale statunitense: Christian Pulisic (24 anni; conta 25 reti in 60 presenze con gli Usa) del Chelsea e Yunus Musah (20; ha già giocato 27 partite con la nazionale) del Valencia. Due profili - il primo per l’attacco e il secondo per il centrocampo - che potrebbero certamente rivelarsi utili per Pioli, ma che, a voler essere maliziosi, creano qualche dubbio sulla relazione tra un club con la proprietà americana come, appunto, il Milan e il movimento calcistico statunitense. Che, come detto, nei prossimi anni punta a crescere molto, sia come campionato, dove sono approdati fenomeni del calibro di Leo Messi (36) e Sergio Busquets (34), entrambi pronti a cominciare la loro avventura con l’Inter Miami di David Beckham, sia come nazionale, in avvicinamento al prossimo Mondiale del 2026, ospitato insieme a Messico e Canada.


L’INTERESSE DI REDBIRD
Insomma, tra i tifosi rossoneri la paura che RedBird stia lavorando anche nell’interesse del movimento calcistico statunitense cresce. E si tratta di paura anche perché gli americani, almeno finora, non hanno avuto particolare fortuna da giocatori del Milan. Si è detto del deludente Dest, non è andata certamente meglio all’altro americano che ha vestito la maglia rossonera: Oguchi Onyewu. Un difensore centrale dal fisico impressionante, acquistato da Adriano Galliani nel 2009, ma capace di collezionare appena una presenza in una stagione e mezza da milanista, e ricordato da tutti solamente per una mitologica rissa in allenamento con Zlatan Ibrahimovic. Dopotutto gli americani sono sempre stati ottimi pugili e calciatori mediocri: il Milan di Gerry Cardinale riuscirà a invertire questa tendenza? 

 

 

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