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Gravina è sotto esame: ecco perché non può sbagliare

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Alessandro Gonzato
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Meglio così. Le “notti magiche” post-pandemia erano finite da un pezzo, la coppia Bonucci-Chiellini pure, e Mancini in panchina si era ingrigito come la giaccia di Armani che veste la nazionale. Il Mancio non aveva più il fuoco sacro degli Europei, un trionfo che forse non sarebbe stato tale senza la sua guida. Il calcio non vive di ricordi. Conta il presente, ancor più del futuro, specie oggi che i petrodollari possono portare in Arabia chiunque, e vedremo se il prossimo a prendere l’aereo per Riad sarà proprio l’ormai ex allenatore dell’Italia. Del gioco spumeggiante di un tempo era rimasto ben poco.

Cambiano i giocatori e quando non c’è più l’entusiasmo anche gli allenatori passano la mano. I più critici dicono che Mancini doveva dimettersi dopo la mancata qualificazione al Mondiale, e magari è vero, è stato un fallimento storico, per giunta dopo il disastro di Ventura. Di sicuro l’Italia non poteva permettersi di affrontare le qualificazioni agli Europei con un tecnico scarico come le pile zinco carbone e che per trovare un centravanti ha dovuto cercarlo in Argentina, e quel centravanti, Retegui (nonna di Canicattì e dunque convocabile in azzurro), è appena stato comprato da una squadra, il Genoa, che pur gloriosa ha l’obiettivo di salvarsi. Insomma, visto l’andazzo le “notti magiche” rischiavano di diventare tragiche, oltretutto a una parte dei tifosi italiani le pause per la nazionale sono indigeste, figuriamoci se poi la nazionale perde contro la Macedonia del Nord.

 


In panchina ora serve un condottiero che sappia rianimare l’ambiente e anche i tifosi, che vorrebbero evitare di guardare il terzo Mondiale di fila senza Italia. Prima però ci sono gli Europei, ed ecco che il presidente della Figc Gravina non può permettersi di sbagliare la scelta del nuovo commissario tecnico, anche alla luce delle accuse più o meno velate che gli ha mosso Mancini, soprattutto quella che riguarda l’imposizione di alcuni cambi nello staff. La prima scelta, o comunque la scelta più probabile sembra quella di ingaggiare Luciano Spalletti, che dal Napoli così aveva detto - aveva deciso di separarsi per prendersi un anno sabbatico in campagna, e chissà che presto non riponga la zappa e saluti l’asinello Ciuky, il cavallo Giansy, lo struzzo maschio Blackino, lo struzzo femmina Giallina e gli alpaca Navigator, Ombrone e Gaetano. Spalletti ha tutti i titoli per allenare gli azzurri: è fresco di scudetto, ha vinto con lo Zenit in Russia ed è un volpone della panchina. Fosse lui il prescelto, Gravina dovrebbe metterlo nelle condizioni migliori, dalla scelta dei collaboratori in giù. L’altro nome caldo è quello di Antonio Conte, che la nazionale l’ha già allenata e che dopo è stato con fortune alterne al Chelsea, all’Inter e al Tottenham. Gravina non può fare cilecca.

 

 

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