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Furini, ex Pd: "Lukaku negr***to": espulso in diretta da Telelombardia

Claudia Osmetti
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Toh, l’ex consigliere del Partito democratico di Pavia viene cacciato da Telelombardia per un commento razzista. «Lukaku è un negr***to», parole sua, cioè di Luigi Furini, scrittore, tifoso, commentatore, pure interista, un passato a sinistra, in Lombardia, una vita lavorativa nelle fila del gruppo editoriale dell’Espresso, e, ora, nella bufera mediatica calcistico-politica.
Sugli schermi regionali di Milano e dintorni va in onda Qui studio a voi stadio, è un appuntamento fisso, seguitissimo, ha appena ripreso il campionato e, a un certo punto, Furini se ne esce con quella frase. È il gelo, sia nello studio che nello stadio. La regia supplisce mandando la (santa) pubblicità e alla ripresa il conduttore chiede a Furini di raddrizzare il tiro, ossia di scusarsi, perché d’accordo che il centrocampista belga ha “tradito” la sua Inter firmando un trasferimento e decidendo di andare a giocare altrove (è vicinissimo alla Roma) però c’è un limite anche alle parole che si possono usare per condannare il gesto. Niente. Furini non demorde. Anche gli altri ospiti lo incitano a fare retromarcia.

 

 

 

Lui si rifiuta di tornare sui suoi passi. Allora interviene il direttore di Telelombardia, Fabio Ravezzani, che prima lo espelle (cartellino rosso e triplo fischio) dalla trasmissione e poi chiarisce il punto su Twitter: «Sulle parole a sfondo razzista non si scherza», scrive sul suo account personale «indipendentemente dall’etimologia. Non accettiamo sbagli o fraintendimenti. E le scuse tardive non bastano. Spiace che sia incappato in un errore così grave. Inevitabili provvedimenti immediati». Fine. I “provvedimenti immediati” sono che per l’ex dem, in televisione, non c’è più posto.

 

 

 

Anche perché, che a Telelombardia ne facciano una questione di principio, è chiaro (almeno) fin da quando, era il settembre del 2019, Luciano Passirani, volto storico dell’etere lombardo, sempre parlando di Romelu Lukaku, se ne era uscito dicendo, a sproposito (e non da un punto di vista sportivo): «Non vedono, in Italia, un giocatore come lui in nessuna altra squadra. Questo, nell’uno contro uno, ti uccide: se gli vai contro e cadi per terra, o hai 10 banane per mangiare e gliele dai, altrimenti...». Punti di sospensione e stessa identica conseguenza: Passirani era stato cacciato, in quell’occasione dalla tivù e arrivederci. Anzi, a non rivederci: 24 annidi giornalismo alle spalle, diversi libri pubblicati, una mezza rissa in consiglio comunale, con lui, democratico, Furini, che si scagliava contro i banchi dei grillini al grido di buffoni-buffoni-buffoni, e la pensione “rinata” con quella collaborazione sul piccolo schermo, chiusa. Adesso. Pare definitivamente. E con gli strascichi delle lamentele che montano sui social.  

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