Inter, il dramma privato di Pavard: contro cosa ha combattuto
L’Inter ha scelto Benjamin Pavard e Benjamin Pavard ha scelto l’Inter. Una lunga rincorsa, sicuramente complicata, a volte quasi insperata, ma che alla fine giunge al suo naturale lieto fine. Perché, appunto, si trattava di un matrimonio che, semplicemente, si doveva fare: per il volere dell’Inter, che non prendeva in considerazione alternative al 27enne francese, per il volere del difensore, che non accettava destinazioni diverse da Milano, vuoi per la competitività dei nerazzurri, vuoi per una scelta personale, di vita, trasferendosi nella città meneghina. Pare, addirittura, che un ruolo nella decisione lo abbiano avuto anche i suoi grandi amici della Francia, i milanisti Olivier Giroud e Theo Hernandez, i quali l’avrebbero convinto della vita milanese. Tra i promessi sposi, a nulla è servita la resistenza del Bayern Monaco, nei panni di Don Rodrigo, che fino a poche ore fa tratteneva Pavard, perché non accettava di lasciarlo partire senza prima trovare un sostituto. Ma, in fin dei conti, è un affare anche per i bavaresi, che incassano 30 milioni di euro, più altri 2 milioni di bonus, per un giocatore in scadenza tra dieci mesi.
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OPERAZIONE ONEROSA - Un’operazione sicuramente onerosa, ma che ha tutto il sapore dell’investimento sicuro, perché Pavard è un giocatore con un palmarès che parla per lui con, tra gli altri trofei, un Mondiale vinto con la Francia nel 2018 (conta 49 presenze totali con i blues), una Champions League alzata nella stagione 2019/20 con il Bayern, a cui si aggiungono Supercoppa europea e Mondiale per club, oltre a quattro campionati tedeschi vinti sempre con i bavaresi. Pavard, tra l’altro, sebbene in carriera abbia mostrato le cose migliori da terzino destro in una difesa a quattro, contro la retroguardia a tre di Simone Inzaghi, è duttile e saprà certamente adeguarsi alle esigenze nerazzurre.
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Anche perché, in fin dei conti, le caratteristiche del prodotto delle giovanili del Lille si sposano bene con il modo di giocare dell’Inter, tanto che lo stesso tecnico è entusiasta di poter inserire Pavard come braccetto di destra, sul lato opposto di Alessandro Bastoni (al centro, invece, le due opzioni sono Francesco Acerbi e Stefan De Vrij). Il francese è, in sostanza, un difensore multiuso, abile tanto sull’esterno quanto al centro e, quindi, collocabile pure in una linea a tre. Insomma, Pavard è un giocatore che in carriera ne ha viste tante e tante ne vedrà. Determinante sul campo e coraggioso fuori, come dimostrato parlando di salute mentale in un’intervista dello scorso anno al quotidiano transalpino Le Parisien, in cui non ha nascosto di aver fatto i conti con la depressione durante il Covid, ma di esserne uscito: «Ho sofferto di depressione in quel periodo, è stato difficile. Qualcosa non andava nella mia vita, ma mi ha fatto crescere. Sono andato avanti, migliorando. Pochi sanno cosa ho passato, solo perché sei ricco non significa che sei felice». E ora Pavard inseguirà la felicità a Milano: felice lui, felice Inzaghi, felici gli interisti.