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Milan, la "falla" che può costare la stagione a Stefano Pioli: rumors rossoneri

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Stefano Pioli ha deciso a inizio estate che avrebbe utilizzato il 4-3-3, ma il Milan non ha acquistato un vero regista. Aspetta Bennacer, si dirà, ma non si sa bene quando né in che condizioni tornerà. Difficile sia in forma smagliante non appena rientrerà, impossibile che regga una sequenza di partite ad alto ritmo senza aver problemi. Anche con Bennacer a disposizione, il Milan avrebbe dovuto acquistare un regista, figuriamoci senza.

Non è un regista Krunic, che si è infortunato perché la sfortuna ci vede benissimo e colpisce dove la coperta è più corta, non lo è Adli e, soprattutto, non lo è Reijnders, che contro il Borussia Dortmund soffre la nuova posizione a cui è costretto. L’olandese è una mezzala associativa di possesso e rifinitura, capace di legare i reparti in verticale più che in orizzontale, cosa che invece è chiamato a fare un metodista. Anche Pioli lo sa, ma non può fare altrimenti. Il regista proprio non gliel’hanno preso. Schierare al centro Reijnders significa perdere la miglior mezzala a di sposizione. E visto che non c’è l’altra, Loftus-Cheek, di conseguenza Pioli deve schierare Pobega che a certi livelli non sembra poterci stare. Musah sì, quindi se Reijnders fosse al suo posto e esistesse un regista affidabile in rosa, il centrocampo rossonero a Dortmund non avrebbe falle.

 

 

 

Perché non gioca Adli? Il motivo è evidente: Pioli non lo ritiene adatto al ritmo della Champions. E ha ragione. Il francese è ancora troppo lento nei movimenti e morbido nella muscolatura per reggere l’intensità europea. In serie A, al netto degli scontri diretti, il Milan può permetterselo perché è superiore alle squadre che affronta e allora può imporre i suoi ritmi mentre in Champions può anche doverli sopportare. Adli entra all’ora di gioco per una mezz’ora in cui i ritmi calano e gli offrono un habitat in cui può sopravvivere. Chi esce? Pobega, e il Milan migliora subito nella gestione, a conferma di quanta differenza farebbe un regista di ruolo (e di livello).

 

 

 

Il Milan ha speso tutto il budget del mercato per mezzali, ali e attaccanti. Nulla per il ruolo più importante del 4-3-3. Sarebbe stato più logico rinunciare ad un Okafor, e investire su un regista di ruolo di scorta, o un Chukwueze, e dotarsi di un titolare al centro del campo. Un Rovella, ad esempio, che la Lazio ha pagato 17 milioni. Anzi, che pagherà tra una stagione o due. Poco più di quanto è costato Okafor e meno di Chukwueze.

Il paradosso è che la Lazio ha ingaggiato un nuovo regista, ha mantenuto Cataldi in rosa ma Sarri in Champions e nelle partite importanti di serie A schiera Vecino in quel ruolo. È vero che nel calcio contemporaneo i migliori registi - che poi sarebbe più corretto tornare a chiamarli “metodisti”: il regista puro non esiste più- non sono nati come tali ma lo sono diventati - vedi Calhanoglu, esempio massimo di riciclo e evoluzione nel ruolo. Però fa sorridere che il Milan non ne abbia uno mentre la Lazio ne metta due in panchina. I rossoneri senza registi fanno un passo indietro rispetto al pareggio contro il Newcastle, i biancocelesti, anche grazie al regista inventato, conquistano contro il Celtic i punti a cui avevano diritto già contro l’Atletico Madrid.

 
 

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