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Luciano Spalletti, quattro motivi per non tremare: nella testa del Ct

Claudio Savelli
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Può sembrare un paradosso ma l’Italia affronta l’Inghilterra (domani alle 20.45, diretta Rai Uno) nelle migliori condizioni possibili. La prima: non ha nulla da perdere, contrariamente a quanto si possa pensare. Un risultato positivo, sia esso il pareggio o la vittoria, servirebbe ad aumentare il margine d’errore nelle ultime due partite contro Macedonia (17 novembre) e Ucraina (20 novembre sul neutro di Leverkusen), ma non le renderebbe superflue. O gli ucraini falliscono clamorosamente contro Malta (sempre domani sera) o l’ultima partita del girone sarà uno spareggio per evitare gli spareggi veri a cui l’Italia ha diritto per via delle finali di Nations League ma che sarebbe meglio evitare visti gli infelici precedenti.

Un altro lato positivo è che non ha nulla da perdere nemmeno l’Inghilterra, già virtualmente qualificata ad Euro2024. Un pareggio andrebbe sostanzialmente bene a entrambe le squadre, potrebbe vincere il «non farsi male a vicenda». Ma anche con una sconfitta, la Nazionale di Southgate non comprometterebbe nulla: verrebbe agganciata dall’Italia a quota 13 punti e terrebbe l’Ucraina a tre punti di distanza, ma avrebbe le ultime due gare contro Malta e Macedonia, alle quali ha rifilato rispettivamente 4 e 7 reti all’andata, per finire il girone in carrozza.

IL PARADOSSO
La seconda condizione “favorevole” per l’Italia è il caso-scommesse. Un paradosso fino ad un certo punto perché la Nazionale storicamente dà il meglio di sé quando le acque attorno e dentro di lei sono agitate. Questa faccenda si mescola all’insediamento di Luciano Spalletti, che è nuovo e sufficientemente entusiasta per gestire una simile scocciatura - e sopportare anche l’esodo degli infortunati: dopo Chiesa, se ne è andato pure Zaccagni per il fastidio alla caviglia, e chissà se nel fine settimana saranno titolari... La terza condizione è l’Inghilterra, che non è perfetta come noi tendiamo a pensare.

 

Southgate è inviso al pubblico e alla critica: da Neville a Ferdinand, parecchi illustri ex giocatori sottolineano gli errori del ct in televisione. Non entusiasma il gioco e non vengono comprese certe scelte come l’insistenza su Maguire, mal sopportato anche dai tifosi del Manchester United, o la convocazione di Henderson che in estate ha deciso di trasferirsi in Arabia Saudita dopo essersi battuto per alcuni diritti civili. In più, Southgate è considerato un ct a tempo e a fine ciclo (la federazione non sembra intenzionata a rinnovargli il contratto dopo l’Europeo) mentre Spalletti ha appena cominciato e guarda al Mondiale 2026.

 

ROSA SENZA DIFETTI
Certo, la rosa inglese non ha difetti - chi può schierare un attacco con Saka, Bellingham e Foden dietro a Kane? - e vale il doppio rispetto a quella italiana (1,3 miliardi contro 636 milioni secondo le stime Transfermarkt) ma molti tabloid inglesi temono che questa generazione d’oro possa buttarsi via senza un ct padrone dello spogliatoio. La quarta condizione favorevole è Wembley, dove metà formazione di Spalletti ha vissuto il picco della carriera azzurra. I vari Donnarumma, Di Lorenzo, Acerbi, Bastoni, Barella, Cristante o Locatelli, Berardi e Raspadori, tutti destinati ad una maglia da titolare, potranno risvegliare l’orgoglio. In fondo, torniamo nello stadio dove è iniziata la fine per cominciare di nuovo. Ci pensiamo sfavoriti, lo siamo, conviene pure esserlo, ma non con la proporzione che ci stiamo raccontando. E c’è una differenza rispetto agli ultimi due anni: quella Italia era in caduta libera mentre questa è in crescita. Per tutti questi motivi, l’impresa si può fare.

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