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Gigio Donnarumma, "traditore" nostalgico: Milan, tam-tam impazzito

Claudio Savelli
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Gigio Donnarumma ritrova il Milan otto anni dopo l’esordio e sembra averne un pizzico di nostalgia: «Sarà una partita particolare in cui proverò una grande emozione». Poi aggiunge: «Un giorno spiegherò tutto», come se l’addio alla società che l’ha lanciato nel grande calcio non fosse dipeso solo da lui, come invece sono portati a pensare i tifosi rossoneri. Donnarumma sarà padrone di casa al Parco dei Principi (alle 21, diretta esclusiva Prime Video), dunque al riparo dai fischi degli ex, e sembra voler distendere i rapporti con i 70mila che lo aspettano tra due settimane al Meazza.

Inoltre, secondo le recenti cronache, le trattative per il suo famoso rinnovo sarebbero state interrotte nel momento in cui l’ex direttore Maldini aveva l’accordo per Maignan, non per altro. A proposito, il paradosso è che il Psg, capofila dei club francesi, gradirebbe avere tra i pali il titolare della nazionale transalpina, mentre il Milan senza quella diatriba magari avrebbe ancora quello della nazionale italiana a cui non offre altri azzurri (Calabria e Florenzi non sono stati ancora convocati da Spalletti). Ma così è andata e la sfida sarà a “maglie invertite”, per così dire: Maignan infatti si riprende la porta dopo il turno di squalifica in campionato (tornano anche Theo e Krunic), in una sfida importante ma non decisiva: una vittoria fuori casa darebbe fiducia al Milan ma una sconfitta lascerebbe intatte le speranze.

 

Un paio di ore prima giocherà la Lazio (18.45, diretta Sky Sport e Mediaset Infinity) a Rotterdam senza i suoi tifosi: la trasferta è stata vietata dal Feyenoord dopo che “una delegazione del club, recatasi appositamente in Italia, è stata informata che i suoi fan non sarebbero stati i benvenuti a Roma”. Morale: trasferta negata a entrambe le tifoserie. Visti i danni provocati dai tifosi del Feyenoord alla Barcaccia in occasione di una sfida contro la Roma del 2015 e “le buste di piscio” che, al termine di Feyenoord-Lazio del 3 novembre scorso, in Europa League, erano piovute ai piedi di Sarri, meglio così.

 

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