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Juventus, la profezia di Di Livio: "Ecco dove può arrivare"

Giulia Stronati
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In pochi possono dire di essere riusciti a essere stati amati nella loro carriera di calciatori da due tifoseria storicamente acerrime rivali e agli antipodi come quelle di Fiorentina e Juventus. Impresa però riuscita ad Angelo Di Livio, uno dei simboli della Juve targata Marcello Lippi capace di vincere tutto tra il 1994 e il 1999 (3 Scudetti, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa Italia e 2 Supercoppa Italiane). Eppure diventato subito idolo e simbolo anche della Fiorentina, tanto da scendere con lei addirittura in Serie C2 per riportarla da capitano nel calcio che conta.

Domani alle 20.45 viola e bianconeri si sfidano. Che gara si aspetta?
«Combattuta, anche se le due squadre ci arrivano reduci da risultati ben diversi. La Juve sta andando molto bene, anche se magari non gioca bene come tanti vorrebbero. Questa squadra però fa punti ed è messa molto bene in classifica. La Fiorentina, invece, non vive un momento troppo brillante: le sconfitte contro Empoli e Lazio l’hanno un po’ ridimensionata».

La Viola però potrà contare sul fattore pubblico per tornare a vincere.
«Conosco bene Firenze e so bene la carica che dà alla squadra. Per loro quella contro la Juve resta una partita davvero speciale, ci tengono tantissimo. Il Franchi sarà una bolgia».

Questa Juve è tornata a essere da scudetto o l’Inter è superiore?
«Vedo i nerazzurri favoriti. L’Inter resta la squadra più forte per forza della rosa, inoltre Inzaghi sta facendo un grande lavoro: giocano molto bene e non hanno punti deboli. La Juve deve tenere botta e restare in scia fino a gennaio. Per me un paio di colpi di mercato nella finestra invernale possono farli per alzare l’asticella».

Cosa serve ai bianconeri per essere ad altezza Inter?
«Un centrocampista sicuramente».

Si parla di Samardzic, Fabian Ruiz e De Paul. Su chi punterebbe?
«Serve un centrocampista di piede destro. Mi incuriosisce molto De Paul. Ha qualità e fantasia per alzare il livello della mediana. Anche Samardzic è molto bravo, ma mi intriga di più l’argentino».

Davanti Allegri ha l’imbarazzo della scelta con Chiesa e Vlahovic oltre a Kean e Milik.
«Chiesa e Vlahovic devono essere recuperati fisicamente. Per quanto dimostrato nelle ultime gare Kean merita di giocare titolare, sta facendo davvero bene. Chiesa è un top player: fa la differenza. Anche a partita in corso può entrare e spaccare la gara coni suoi strappi straordinari».

Vlahovic invece divide l’opinione pubblica: tra chi lo cederebbe per fare cassa e chi lo ritiene un top player. Da che parte sta?
«Dusan deve ritrovare continuità. A Firenze era più cattivo sotto porta, inoltre deve migliorare nel gioco di squadra e nell’accompagnare l’azione. Però su una cosa non ho dubbi: Vlahovic è un grande giocatore».

Qual è il punto debole della formazione di Italiano?
«La Fiorentina non sempre può giocare un calcio così propositivo. Devono saper leggere meglio le partire: non sempre si può attaccare, a volte bisogna saper difendere e portare a casa il punto. Un’ingenuità tipo quella di Milenkovic a Roma contro la Lazio la paghi cara. Devono crescere sotto l’aspetto della lettura delle partite per arrivare in alto. E poi manca ancora un bomber da doppia cifra. In questi anni era ed è rimasto il problema più grande della squadra».

Beltran e Nzola non ingranano...
«Beltran mi piace, ho fiducia in lui ma deve sforzarsi di più nel diventare cattivo negli ultimi metri, però continuerei a dargli spazio e minuti».

C’è un nuovo Di Livio in giro?
«Mi piacciono gli esterni che sanno sia attaccare sia difendere. Apprezzo moltissimo Lazzari e Parisi, anche se sono un po’ diversi da me. Possono crescere ancora molto e diventare entrambi da Nazionale».

Il suo amico Antonio Conte a fine anno tornerà in panchina: dove lo vedrebbe meglio tra Juve, Roma e Napoli?
«Non so dove andrà, ma è il miglior allenatore italiano in circolazione. Chi lo prende fa un affare. Lui tornerebbe molto volentieri alla Juve: vediamo cosa farà Mourinho a Roma. Se José va via, i Friedkin punteranno su di lui. Lo vedrei bene anche a Napoli, dipenderà molto dall’andamento di questo campionato. Ma Conte resta perfetto per tutti». 

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