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Janniks Sinner, "vieni con me": chi è l'uomo che ha cambiato tutto

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C'è anche il papà Hanspeter tra i segreti del clamoroso finale di 2023 di Jannik Sinner. Un crescendo di risultati, forma psicofisica e fiducia in se stesso e autostima che, come spesso accade per i grandi sportivi, tra origine da una serenità familiare ritrovata. Intendiamoci, i rapporti con papà, mamma e fratello per il 21enne fenomeno di San Candido sono stati sempre stupendi, ma la decisione di farsi accompagnare in giro per il mondo dal padre, dopo anni da globetrotter solitario, fin da ragazzino scaraventato nel circo del tennis mondiale, ha rappresentato un salutare punto di svolta. 

A rivelarlo è stato lo stesso Jannik, nella sua intervista a Max Giusti sul palco dei Supertennis Awards, passerella festosa dopo i prodigi alle Atp Finals di Torino e soprattutto lo storico secondo successo italiano in Coppa Davis, pochi giorni prima a Malaga contro l'Australia.

 

 

 

Papà Sinner, Hanspeter, e mamma Siglinde non hanno trascorsi nel grande tennis. Al contrario, hanno sempre vissuto una vita lontana dai riflettori, tutta concentrata sul lavoro al Rifugio Fondovalle in Val Fiscalina, sulle Dolomiti di Sesto. Il padre di Jannik è cuoco, la mamma cameriera. Le loro apparizioni al seguito del figlio sono sempre state saltuarie. Un modo anche per tenere il giovanissimo campione con le radici ben piantate a terra, nel suo Alto Adige.

 

 


 

Da qualche mese, però, Hanspeter è stato "trascinato" dal figlio nel suo staff, come chef personale. E non è un caso che da quel momento le performance del rosso 22enne siano letteralmente decollate, guadagnando in incisività e soprattutto continuità. Come se qualcosa, nella sua testa e nel suo cuore, abbia fatto "clic".

 

 

 

"Mio papà spadella bene – ha ammesso Jannik con una risata dal palco, lo corso 5 dicembre –. Più che altro da quando sono andato via da casa, avevo 13 anni, non ho avuto tanto tempo con i miei genitori, soprattutto con mio papà che era sempre in cucina. Forse me lo godo molto più ora quando c'è, in qualche torneo abbiamo una casa come a Indian Wells, lui arriva e posso passare del tempo bello insieme a lui. Ovviamente, visto che cucina, ci dà una mano in più, ma questo è un po' secondario".

 

 

 

Insomma, Hanspeter Sinner per valore emotivo e psicologico ha lo stesso impatto di quello "tecnico" garantito dai coach Vagnozzi e Cahill, e dal nutrito staff di preparatori atletici, osteopati e fisioterapisti. "Mio papà è sempre stato uno che lavorava tanto – ha spiegato sempre Jannik –, aveva tanta voglio di andare in cucina, di svegliarsi presto, di tornare tardi la sera, però già negli ultimi due anni ho visto che era un po' giù. Era in cucina da più di 40 anni, quindi ci sta che hai dei momenti un po' diversi, lo volevo tirare un po' fuori da quella situazione. Credo che gli ha permesso di ritrovare un po' se stesso, ma soprattutto anche per vedere anche come vivo io". 

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