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Ancelotti si ritira da "Reale": ecco il suo capolavoro finale

 Carlo Ancelotti

Leonardo Iannacci
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Poco prima di Natale Carlo Ancelotti aveva ricevuto la laurea honoris causa in Scienze e Tecniche delle attività motorie presso l’Università di Parma. Con addosso la mantella in puro stile accademico aveva tenuto una lezione, di sport ma anche di vita. Alla domanda: è vero che non andrà ad allenare il Brasile? Alzando il sopracciglio come fa in panchina, ci aveva risposto con la consueta simpatia: «Innanzitutto da oggi chiamami Dottore, e poi dico che forse è meglio l’hamon serrano della fasolada».

Una battuta dell’uomo che resta emiliano sino al midollo ma anche un modo per metterci sulla strada giusta per leggerne il futuro professionale: della Selecao non gliene importava granché, del Real moltissimo. «Ho avuto contatti con il presidente della CBF che mi ha cercato, ma il Real aveva la priorità», ha confermato a Capodanno. E difatti all’alba del 2024 l’uomo che ha vinto tutto con tutte le squadre che ha allenato (meno la Juventus, ma quella è un’altra storia) ha spiegato che l’ultima squadra che allenerà sarà proprio quella madrilena. «Lo confermo, anche se non so fino a quando resterò al Real. Potrei esserci anche dopo il 2026, dipende dai risultati... E quindi spero di esserci nel 2027 e nel 2028». Il suo stipendio? Sei milioni annui, più bonus. Il Dottor Ancelotti, è certo, resterà a Madrid e questa è l’ennesima conferma che il tecnico trionfatore in cinque campionati (con Milan, Chelsea, PSG, Bayern Monaco e Real), in quattro Champions (Milan e Real) e in una serie infinita di coppe e coppette varie, è il miglior tecnico in circolazione.

NESSUNO COME LUI
Nessuno, neppure Mourinho e Guardiola, sarebbe riuscito a fare quello che sta realizzando Carlo Magno quest’anno a Madrid. In una squadra che ha perso negli anni scorsi assi del calibro di CR7 e Benzema e che negli ultimi tre mesi ha dovuto fare a meno di tre big come Courtois, Militao e Alaba per altrettanti infortuni gravi, Ancelotti sta realizzando l’ennesimo miracolo e non solo perché Bellingham sta tenendo in vita la squadra che ha raggiunto la sorpresa Girona in vetta alla Liga con 45 punti.

 



È l’ottimismo generato dalla ragione - segreto, questo, della filosofia del Carletto allenatore - che spinge un bastimento ringiovanito e con forze fresche, motivate grazie alla capacità del suo intramontabile nocchiero. I 22 annidi Rodrygo, i 23 di Vinicius, i 20 del nuovo fenomeno Bellingham e i 19 del nuovo baby-boom Nico Paz sono gli esempi più lampanti che sottolineano le doti di un tecnico unico su piazza, che unisce la praticità al buon senso, la conoscenza del gioco all’umanità, la simpatia alla diplomazia. «Ho allenato in carriera quasi tutti i grandi campioni dell’ultimo quarto di secolo, meno due: Totti e Messi», raccontava orgoglioso quel giorno della laurea. Sottolineando: e li ho domati tutti. Vincendo. Dottore in football e simpatia lo era già da tempo e per questo Florentino Perez, fumatino presidente delle Merengues, ha pensato bene di affrettare i tempi e allungare il contratto a questo fenomeno della panchina. Specialista in coppa (di testa) e in coppe. 

 

 

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