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Jannik Sinner spaventa l'Italia dopo il trionfo: "Speriamo che sia tutto ok"

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C'è un momento, nei quarti di finale degli Australian Open tra Jannik Sinner e Andrey Rublev, in cui gli appassionati italiani hanno trattenuto il respiro. Il 22enne di San Candido, in vantaggio di un set, inizia a sollevarsi ripetutamente la maglietta e a toccarsi l'addome. Non sta bene, e il russo martella. 

Si arriva così al tiebreak e il numero 5 al mondo ne approfitta, portandosi addirittura sul 5-1 con quattro palle set a disposizione per riportare tutto in parità. L'inerzia, a quel punto della partita, pende dalla parte opposta dell'altoatesino. Ma è qui che Jannik tira fuori un altro miracolo dei suoi, nella fase più difficile e complicata di un torneo fin qui perfetto, da vero e proprio rullo compressore. Ricomincia a "muovere" l'avversario, con pazienza, forza, tenacia. Pensa solo a un punto, quello che sta giocando. E' così che si fa, insegnano nelle scuole tennis. Ma un conto è farlo in allenamento, un conto quanto senti che ti può scivolare via dalle mani la grande occasione. 

 

 

 

A 22 anni, però, Sinner ha la maturità e l'esperienza di un veterano, con in più la forza e il coraggio di un quasi-esordiente. Mix letale per Rublev, che senza accorgersene inizia a cedere centimetro dopo centimetro, allontanandosi dalla partita fino a perdere clamorosamente 7-5 l tiebreak, un parziale di 6-0 per l'azzurro in 3 minuti di gioco. A quel punto, il terzo set è una formalità e Sinner si guadagna la semifinale contro Djokovic, dopo 5 partite e 0 set concessi ai rivali. 

 

 

 

Già, ma quella mano sull'addome? A spiegare il problema è stato proprio Jannik, a match terminato e con un  mix di gioia e adrenalina ancora in circolo nelle vene. "Ho avuto un po' di aria nello stomaco, magari ho mangiato qualcosa di sbagliato, ma poi è passato e alla fine non avevo problemi. Speriamo che sia tutto ok. Ora proverò a dormire il più possibile". Quel "speriamo sia tutto ok" mette un po' di brividi. 

 

 

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