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Le Iene, l'arbitro sotto anonimato: "Var, così si falsano i campionati"

Roberto Tortora
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Ha fatto scalpore l’intervista esclusiva de Le Iene, il programma d’inchiesta e intrattenimento di Italia1, ad un arbitro di Serie A in attività che ha denunciato gravi anomalie nell’attuale sistema di designazione e nella gestione VAR. Queste le motivazioni del fischietto, che resta ovviamente anonimo: “Per amore del gioco del calcio e perché credo ancora nei principi di lealtà sportiva, ma anche perché questa situazione è diventata insostenibile e sta condizionando le carriere di molti di noi”.

Il fischietto anonimo fotografa la situazione: “Quest’anno ci sono stati tantissimi errori degli arbitri in campo e al VAR che sono davvero inspiegabili, soprattutto per noi che siamo degli addetti ai lavori. Se hai delle immagini chiare davanti agli occhi e hai la possibilità di rivedere l’episodio con tante telecamere a disposizione, come fai a non accorgerti dell’errore commesso dall’arbitro in campo?”. Si va nello specifico e il direttore di gara fa esempi concreti: “Il rigore negato in Juventus-Bologna ai rossoblù o il fallo di mano di Pulisic prima del suo gol in Genoa-Milan o il recente fallo di Bastoni su Duda in Inter-Verona. In tutti questi casi, inspiegabilmente, non ha sbagliato solo l’arbitro in campo, ma anche la VAR che, nonostante immagini chiare, ha deciso di perseverare nell’errore commesso”.

I timori del whistleblower AIA sono elevati: “La situazione è insostenibile, sta condizionando le carriere di molti di noi. Da come viene valutato un arbitro dipende il fatto che questo continui ad arbitrare o meno e, se le valutazioni dipendono da dinamiche politiche, allora in questo modo si rischia di falsare i campionati. Ogni volta che un arbitro viene chiamato dal VAR può essere penalizzato nel voto che riceve dagli osservatori a fine partita. E chi valuta il valutatore? Sicuro che facciano carriera sempre i più bravi e retrocessi i più scarsi?”.

Poi, l’intervistato sgancia la bomba: “Ci sono almeno cinque, tra arbitri e assistenti di Serie A che stanno ricorrendo alle vie legali per denunciare l’Associazione Italiana Arbitri per quelle che vengono ritenute gravi irregolarità. A volte la scelta delle immagini al VAR per giustificare una decisione non convince nemmeno noi addetti ai lavori. Si ha la sensazione che alcuni arbitri siano tutelati nel voto finale, nella spiegazione che dà la Can (Commissione arbitri nazionali, ndr) di episodi controversi. Tutti quelli che si sentono penalizzati vengono ritenuti lontani dallo schieramento che sostiene la prossima probabile candidatura ai vertici arbitrali. Quindi c’è chi sbaglia e non paga e chi non sbaglia e paga lo stesso”.

Altro esempio fornito dalla gola profonda: “Se un arbitro sbaglia al VAR anche lui dovrebbe essere penalizzato, ma non sempre succede. Juventus-Verona, nelle immagini si vede la manata di Gatti, difensore bianconero, nei confronti di Djuric, attaccante scaligero. Si configura condotta violenta che comporta il rosso al difendente. Qui il VAR non è intervenuto e non si capisce il perché. Sempre nella stessa gara, invece, il VAR annulla un gol a Kean, invece, per essere intervenuto in modo scorretto su Faraoni. L’arbitro aveva fatto una sua valutazione in campo, così come il quarto uomo, e avevano propeso per un normale contatto di gioco. Qual è quindi il criterio secondo cui in questo caso il Var interviene e nell’altro no? E, soprattutto, dopo una prova così negativa, l’arbitro al VAR è stato sospeso? No. Perché? Per un giudizio non molto convincente da parte del designatore”.

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