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Serie A, la Juve non vince più: solo 2-2 contro il Verona

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La Juve non riesce a uscire dalla crisi, anzi. Al 'Bentegodi' i bianconeri inseguono per tutti i novanta minuti un Verona pimpante e meglio organizzato, per due volte avanti e per due volte raggiunto dagli ospiti, che erano chiamati a ben altra prova dopo le sconfitte in serie rimediate da Inter e Udinese. Vlahovic su rigore e Rabiot replicano ai sigilli di Folorunsho e Noslin e riescono almeno a evitare la sconfitta, ma il punto raccolto sul campo dell'Hellas in questo momento serve poco alla Vecchia Signora, costretta a virare in poche settimane del sogno tricolore all'obiettivo Champions. Il 2-2 di Verona conferma le difficoltà e lo smarrimento collettivo delle ultime settimane: la difesa non è più quella impermeabile di metà stagione, il gioco latita e la confusione tattica regna sovrana, visto che solo con il passaggio dal 3-5-2 iniziale al 4-3-3 dell'ultima mezz'ora la Juve è riuscita a dare qualche segnale importante dopo due terzi di contesa alla mercè dell'Hellas.

Ancora una volta la Juve incassa gol, ancora una volta si trova davanti a una gara in salita. La magia di Folorunsho, con una splendida conclusione al volo dal limite dell'area, complica da subito la serata dei bianconeri dopo appena dieci minuti di gioco. Cambiaso prova a scuotere i compagni con un tiro a lato senza troppe pretese, ma in soccorso della Vecchia Signora – in confusione nel primo spicchio di gara – ci pensa un ingenuo fallo di mano in area di Tchatchoua, che intercetta il tiro di Kostic e confeziona un regalo che Vlahovic scarta senza pietà pareggiando i conti su rigore. L'1-1 del serbo, di nuovo in campo dal 1' dopo il problema all'adduttore con Yildiz come partner d'attacco, non cambia la storia del match. L'Hellas insiste con un calcio propositivo e organizzato, la Juve in contropiede non riesce a rifinire per le punte e non sfrutta a dovere gli spazi lasciati dai padroni di casa, sempre aggressivi e tambureggianti.

 

 

 

Non è un caso quindi che in avvio ripresa sia ancora il Verona a farsi preferire, complice l'atteggiamento molle degli ospiti. Noslin impegna Szczesny dalla distanza, l'attaccante insiste e un minuto più tardi approfittando della dormita collettiva di Gatti e Rugani supera il portiere polacco in uscita. Anche in questo caso la reazione degli ospiti comunque è immediata: Cabal al 10' regala palla a Locatelli che crossa per Rabiot che dal cuore dell'area supera agevolmente Montipò. L'Hellas questa volta accusa il colpo, anche perché Allegri ribalta la Juve con l'ingresso in campo di Alex Sandro e Chiesa e il passaggio al 4-3-3. Modulo e atteggiamento più offensivo che alla lunga mettono alle corda un Verona che, dopo 60 minuti su ritmi elevatissimi, inizia a calare fisiologicamente. Vlahovic e Chiesa mancano il bersaglio grosso, dalla parte opposta Lazovic con una conclusione insidiosa impegna ancora Szczesny. Entrambe le squadre non si risparmiano e cercano fino alla fine la vittoria, ma l'assalto finale è tutto di marca bianconera. Tocca così a Montipò, sulla combinazione Alcaraz-Chiesa, respingere di piede il sinistro dell'ex Fiorentina e salvare i compagni, che ottengono un punto d'oro nella corsa verso la salvezza. Umore opposto invece per la Vecchia Signora, che frena ancora e adesso deve iniziare davvero a guardare in basso, alla lotta Champions League, mettendo definitivamente nel cassetto i sogni tricolore.

 

 

 

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