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Beppe Bergomi, lacrime in diretta per Brehme: "È dura..."

Roberto Tortora
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Attimi di commozione pura per Giuseppe Bergomi a Sky Sport 24 nel momento di ricordare e omaggiare il suo amico ed ex-compagno di squadra Andreas Brehme, scomparso improvvisamente a 63 anni per un arresto cardiaco.

Nel pre-partita dell’andata degli ottavi di Champions League tra Inter e Atletico Madrid, lo “Zio” è scoppiato in lacrime in collegamento da San Siro, con la voce interrotta dall’emozione ed uno studio calato nel silenzio più assoluto, in segno di rispetto per il dolore del suo talent principale. Nel pomeriggio, sempre a Sky, aveva avuto parole al miele per Brehme: “Andreas è stato un compagno vero ed è difficile trovare le parole. Andreas era un amico, una persona perbene. Lo sentivo due volte al mese, andavo a trovarlo a Bardolino, nella chat Inter Trap è dura. Se ne è andato troppo presto, era un campione. Cosa ho da aggiungere sul nostro regista. Nulla, perché sapeva fare tutto. Ci mancherà tanto".

 

 

 

Bergomi parla di “regista”, nonostante Andy Brehme fosse un terzino sinistro. Non ha sbagliato, perché il tedesco, campione del mondo a Roma nel 1990 grazie ad un suo calcio di rigore trasformato contro l’Argentina, era un precursore di quelli che nel XXI secolo sarebbero diventati i moderni accentratori del gioco delle squadre più importanti: dai Roberto Carlos ai Theo Hernandez, passando per Cancelo, Hakimi e tanti altri.

Destro e sinistro delicati e precisi alla stessa maniera, era capace di innescare il gioco proprio come un regista, decisivo sui calci di punizione e fornitore di assist impagabile. Il tutto, in una Serie A degli anni ’80 che era il vero e proprio eldorado del calcio mondiale. Sei squadre diverse capaci di conquistare lo Scudetto in quella decade, i più grandi talenti presenti e desiderosi di calcare i campi del nostro campionato.

 

 

 

Uno spettacolo domenicale perpetuo, ogni stagione un’impresa. Tra queste, c’è ovviamente quella dell’annata 1988-89, quella dello Scudetto dell’Inter dei record di Trapattoni. Imbattuta e capace di toccare quota 58 nell'era dei 2 punti a vittoria, cifra mai raggiunta da nessun’altra. Capocannoniere è Aldo Serena con 22 gol, di quella squadra facevano parte anche Bergomi e Brehme, più l'altro tedesco Matthaus (con Klinsmann in arrivo nella stagione successiva). Quando il terzino nerazzurro lasciò l’Italia, nel 1992, si trasferì in Spagna, al Real Zaragozza. Gli diedero subito la maglia numero 10, quella dei fantasisti, perché Brehme, nonostante fosse un terzino, aveva la classe dei migliori. E le lacrime di Bergomi sono lì a ricordarne la grandezza dentro e fuori dal campo.

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