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Milan-Slavia, Pioli fugge negli spogliatoi poi sbotta: il retroscena

Roberto Tortora
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Nel calcio spesso si dice che “la miglior difesa è l’attacco”, ma, quando lì davanti si è produttivi, poi dopo la miglior difesa dovrebbe essere… difendere e bene anche, altrimenti si rischia di vanificare gli sforzi. È la banale, ma inconfutabile verità che emerge dopo il 4-2 dell’andata degli ottavi di finale di Europa League che il Milan ha inflitto ai rivali dello Slavia Praga.

Una gioia a metà, quindi, perché l’avversario, ridotto in 10 dal 26’ per l’espulsione diretta di Diouf (piede a martello sulla caviglia di Pulisic), ha approfittato di due disattenzioni difensive rossonere e segnato due gol che lo tengono ancora saldamente in corsa per la qualificazione ai quarti di finale. 

 

 

 

Stefano Pioli questo lo sa, i mugugni di San Siro li ha sentiti tutti, e non ha nascosto un po’ di fastidio, prima uscendo frettolosamente dal campo al fischio finale (secondo qualcuno senza nemmeno aver salutato l'allenatore avversario e arrabbiato con l'arbitro per lo scarso recupero, interrotto peraltro sulla punizione di Adli dalla trequarti), e a fine gara ai microfoni di Sky.

“Potevamo fare di più, avevamo finito il primo tempo col doppio vantaggio e per questo mi aspettavo più ritmo nel secondo. È una buona vittoria ma loro sono solidi, energici, il passaggio del turno va conquistato. Abbiamo commesso delle piccole distrazioni poi loro hanno fatto un gol straordinario e in dieci hanno poi chiuso gli spazi e per noi è stato complicato. Loro sono una buona squadra ma cambierà il canovaccio tattico, mi aspetto una partita diversa perché sono pericolosi, pressano veloci e dovremo prepararla bene e affrontarla con attenzione".

 

 

 

"A livello mentale – spiega l’allenatore del Milan - subire un gol o farlo cambia la partita, il loro secondo gol ci ha tolto qualcosina. Il 4-2 è buono, ma al ritorno loro faranno la partita della vita”.

Pioli, infine, non nasconde le colpe difensive del Diavolo: “Scelte che non ci hanno fatto trovare pronti. Gabbia e Kjaer hanno qualità per impostare, per me abbiamo riempito troppo gli spazi, salendo tanto con i terzini. Dovevamo stringere di più – conclude Stefano Pioli - e concedere l’uno contro uno a Pulisic e Leao. Non è facile per nessuno quando i difensori sono gli unici che portano palla, serviva anche più movimento in verticale e coi terzini dovevamo stare più bassi”.

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