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Su Acerbi non esagerare: punirlo non crocifiggerlo

Pietro Senaldi
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Si dice che il calcio sia come la vita. Forse è proprio così, se si pensa alla notizia sportiva di ieri, la Nazionale italiana che spedisce a casa Francesco Acerbi, colonna difensiva dell’Inter, sospettato di insulti razzisti in campo. Fino a una settimana fa a Inzaghi girava tutto per il verso giusto. Poi è stato eliminato dalla Champions per colpa di un gol negli ultimi minuti, e non ne aveva mai presi quest’anno, e di una serie di rigori sciagurati. Sempre sul finale è stata raggiunto domenica dal Napoli, ma il peggio era già capitato. Una ventina di minuti prima il centrale napoletano Juan Jesus, vecchia conoscenza del nostro campionato, non un fenomeno, ex interista di terza fascia, era andato dall’arbitro per denunciare il collega nerazzurro: «Mi dice sei un negro, non si può» (...) 

 

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