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Salvatore Bagni: "Gasp fuoriclasse, è giusto per Napoli"

Leonardo Iannacci
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In questi freddi giorni di finta primavera, Salvatore Bagni è in bilico fra due stati emotivi: quello felice per lo scudetto dell’Inter e quello malinconico per il suo Napoli. Tore, pilastro delle due squadre citate (e della Nazionale) negli anni ’80, ora è uno stratega del mercato europeo e, dal buen retiro di Gatteo a Mare, laddove ospitò l’amico Maradona nei momenti più delicati sofferti dal Pibe, passa dall’estasi nerazzurra alla tristezza solo azzurra.

Bagni, da che parte iniziamo?
«Prima si vogliono sempre esaminare le brutte notizie, no? Quindi Napoli, via».

 



Una stagione da dimenticare?
«Certo. Anche perché susseguente a un scudetto miracoloso che aveva acceso la città e fatto tornare l’entusiasmo degli annidi Diego».

Tempo tre mesi e tutto è stato vanificato...
«Se la dirigenza dell’Inter ha azzeccato tutto, quella napoletana ha sbagliato ogni mossa, a partire alla scelta dell’erede, anzi degli eredi di Spalletti come ha ammesso De Laurentis».

Cosa ha smarrito la squadra che portava il triangolino tricolore sul petto?
«I miei amici napoletani hanno visto i giocatori latitare non solo nei risultati ma, a un certo una della stagione, un po’ nella foga in campo».

La squadra sembra sfaldata, vero?
«È così. Tre partite fa c’era ancora una possibilità di riagganciare la Champions ma i disastri con Frosinone ed Empoli hanno vanificato ogni cosa».

 



Altri errori fatti?
«Sul mercato non sono stati azzeccati molti acquisti. Un nome su tutti: Lindstrom, ottimo giocatore ma, sulla fascia, è sparito. Nell’Eintracht giocava dietro l’unica punta».

Un errore cedere Kim?
«Nell’ottica dell’equilibrio societario ci poteva stare, 50 milioni sono una cifra. Ma con quei soldi sono stati acquistati Lindstrom, appunto, poi Natan e Cajuste. Ditemi se sono state scelte azzeccate...».

Osimehn dove andrà?
«Dicono al Psg per sostituire Mbappè, fossi in lui tenterei la carta Premier, Arsenal o United».

Dicono che anche Di Lorenzo possa salutare.
«Non penso proprio. Ha vissuto una stagione no ma per stanchezza».

Passiamo all’estasi nerazzurra?
«Beh, l’Inter ha vinto lo scudetto all’inizio dell’anno. Mai avuto dubbi su un suo trionfo».

 



Da dove partire con i complimenti?
«Da Inzaghi. Ha allenato bene e coinvolto tutti».

E pensare che Arrigo Sacchi sentenziò: Simone allena usando vecchi metodi...
«Mano, l’Inter ha giocato in contropiede ma ha anche attaccato con impeto e manovre asfissianti. Ha giocato spesso bene».

Il giocatore simbolo?
«Io voterei la pedina inaspettata: Thuram, un ragazzo che gioca con la squadra, ha entusiasmo e porta felicità nell’ambiente».

È lo scudetto che santifica la strategia dei parametri 0?
«Guarda, Ausilio e Marotta hanno costruito un’ottima squadra vendendo pedine importanti e prendendo a parametro zero gente egregia: Thuram, prima Chala, Acerbi e, ora, Zielinski e Taremi».

L’anno prossimo su chi scommettere?
«Un nome che farà bene e giocherà di più: Frattesi».

Un elemento indispensabile da acquistare per vincere la Champions?
«Non faccio nomi ma indico il reparto da fortificare: la difesa. Serve un grande centrale».

Da chi continua a essere conquistato nel calcio italiano?
«Da Gasperini. Un grandissimo che fa sempre bene cambiando giocatori. Un fuoriclasse. Ecco chi vedrei bene alla guida del mio Napoli».

 



E per la nostra bistrattata nazionale, su chi scommetterebbe per l’Europeo?
«Su Scamacca. Da anni penso sia un centrattacco straordinario. Chi ha il suo fisico? La sua tecnica? Il suo fiuto sottoporta?».

 

 

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