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Jannik Sinner non gioca a Roma? Soldi, ecco il prezzo da pagare: cifre spaventose

Leonardo Iannacci
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Ispirandosi, forse, ad Agatha Christie e al suo romanzo Dieci piccoli indiani, (ricordate? «Alla fine non ne rimase più nessuno...»), le teste di serie degli Internazionali di Roma stanno imitando i protagonisti di quel giallo: si è ritirato Alcaraz, probabilmente lo seguirà Medvedev e, ieri, è arrivata la notizia più clamorosa. Jannik Sinner, il nostro amabile rosso di Sesto Pusteria, non parteciperà all’edizione 2024 del Master romano che perde pezzi e interesse: l’ufficialità è arrivata via Instagram e il vincitore degli Open d’Australia l’ha resa nota sconvolgendo il popolo dei suoi tifosi e, soprattutto, gli organizzatori del torneo del Foro Italico che si ritrovano un tabellone impoverito, privo dei numeri 2, 3 e forse 4 del ranking mondiale.

Secondo i dati ufficiali i biglietti già venduti sono 235.826 per un incasso di 19.950 euro (per la finale si arrivava, mediamente, anche a quasi 1.500 euro a tagliando!) ma alcuni sono ancora disponibilI. A spanne, per i tagliandi disponibili su Ticketone e su altri siti (Viagogo, Ginsberg, Fansale) abbiamo calcolato un valore complessivo che sfiora il milione di euro. Somma che, dopo la notizia del ritiro di Sinner, rischia di evaporare visto che per i biglietti restanti non vi è certezza che siano venduti.

 

COSA RESTA
Agli Internazionali di Roma, quindi, cosa resta, come attrattiva reale? Il 37enne Nole Djokovic, un gruppo di italiani desideroso di “vendicare” Jannik - da Musetti ad Arnaldi, da Sonego a Fognini, ad esempio - e le statue di marmo del Foro Italico. Ci chiediamo, però, come ci sarà rimasto il tifoso di Sinner che, mesi fa, ha sborsato soldi fitti per assicurarsi i costosi biglietti per le partite del proprio idolo e, ora, si vedrà propinata una volèe di Cerundolo o un rovescio di Auger-Aliassime. Perla rabbia straccerà i tagliandi che ha in tasca e se ne andrà al mare? C’è anche il rischio di vedere tribune semivuote al Foro, soprattutto nelle umide sessioni serali, una volta che è evaporato il fascino di vedere Sinner o Alcaraz. È innegabile che la vetrina sia sia impoverita in proiezione Roland Garros, ovvero dello Slam che segue gli Internazionali e al quale certi campionissimi alle prese con inciampi fisici più o meno gravi non vogliono giustamente rinunciare.

A proposito di di Sinner riportiamo qui le parole addolorate di ieri: «Dopo essermi confrontato di nuovo con i medici e gli specialisti dei miei problemi all’anca devo annunciare che purtroppo non potrò giocare a Roma. Ovviamente sono molto triste di non aver recuperato, essendo uno dei miei tornei preferiti in assoluto. Non vedevo l’ora di tornare e giocare a casa davanti al pubblico italiano. Verrò comunque per qualche giorno e passerò al Foro Italico. Ora lavorerò con la mia squadra e i medici per essere pronto per il Roland Garros».

 

Sinner, atteso oggi per una conferenza stampa alle 15, ha compreso che il problema all’anca palesato nel terzo set della semifinale di Monte-Carlo contro Tsitsipas e che l’ha costretto a rinunciare al quarto di finale di Madrid contro Auger-Aliassime, richiede ulteriore riposo. Chi pensava a un ritiro strategico e furbetto dal torneo di Madrid è servito: l’anca del numero 2 al mondo è dolorante, la cartilagine affaticata non dà tregua e la decisione presa da Sinner insieme ai medici è la conseguenza di un ragionamento intelligente. Meglio non rischiare in vista dei tre suggestivi appuntamenti stagionali: lo slam parigino del Roland Garros in programma a fine mese ma, soprattutto, i Championship di Wimbledon e il successivo torneo olimpico, che si gioca sulla stessa terra battuta del Roland Garros.

MEGLIO NON RISCHIARE
Nei cinque anni di professionismo Jannik ha sempre denotato un equilibrio ammirevole se rapportato al suo status di giocatore impegnato nello sfibrante circuito Atp. Ad ogni problema fisico o avviso di stanchezza si è fermato, ha detto stop a impegni anche importanti (ricordate le polemiche sui “no” alle Olimpiadi di Tokyo e alla Coppa Davis?). Non erano certo motivati da presunzione o arroganza ma soltanto dalla necessità di centellinare i propri impegni in vista di tornei successivi. Per centrare grandi risultati Jannik ha sempre preservato la macchina delicata che è il suo corpo e ha sempre avuto ragione. Anche stavolta la prudenza sarà la base di ripartenza per ulteriori trionfi come già sono statila Coppa Davis, lo Slam di Melbourne e i due Master 1000 di Toronto e Miami.

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